Settembre 7, 2021 morenomaugliani

Breve storia del Tamburo in Europa

Come siamo arrivati al tamburo rullante così come lo conosciamo oggi

Schilling, prayer for the bernese, battle of laupen

La storia del tamburo in Europa attraversa secoli, paesi e culture. Una storia iniziata con tamburi in metallo, arrivata ai modelli moderni. Abbiamo visto insieme il ruolo cruciale che ha avuto nell’evoluzione del jazz drumming e come si sia integrato nella nascita della batteria.

La mia curiosità mi ha spinto a saperne di più sulla storia del tamburo. Attraverso la ricerca ho scoperto come siamo arrivati ​​fin qui, come è nato il repertorio e come questo sorprendente strumento è stato utilizzato negli anni. La ricerca coprirà una linea temporale che va dalla preistoria al ventesimo secolo e riguarderà principalmente gli sviluppi in ambito europeo.

Che il nostro viaggio abbia inizio!

A drum’s history

Strumento della categoria dei membranofoni, il tamburo è uno dei primi artefatti musicali ad entrare nella storia dell’Uomo. Reperti archeologici ne testimoniano la presenza a partire dal 6000 a.C. nelle zone dell’odierna Cina. Emblema dell’espressione non parlata più atavica (la percussione del corpo viene utilizzata anche nel mondo dei Primati per stabilire le gerarchie del gruppo), il Tamburo ha ricoperto diversi ruoli tra i quali spiccano agli albori quelli legati ai contesti religiosi. I primi esemplari di tamburi in metallo risalgono all’Età del Bronzo, con spettacolari ritrovamenti nell’area dell’odierno Vietnam. I tamburi di Dong Son, espressione artistica dell’omonima cultura, sono artefatti che denotano una grandissima manualità nella lavorazione dei metalli. Il tamburo di Ngoc-­‐‑Lu, ritrovato in una spedizione del 1893 presenta una superficie battente, anch’essa in metallo, suddivisa in tre pannelli concentrici dove sono riportate scene di animali e uomini, intervallate da motivi geometrici che insieme alle figure umane con strumenti musicali apparentemente nell’atto di celebrare un rituale, evidenziano il carattere religioso dell’artefatto

Il tamburo arriva in Europa

Il primo contatto con la cultura Occidentale passa per l’antica Grecia, dove grazie ai rapporti con l’Asia Minore lo strumento chiamato Danbara in Persia, entra nella ritualità greca con il nome di Tympanon arrivando nell’antica Roma con il nome di Tympanum. E’ l’unico strumento a percussione riportato nell’iconografia romana.

La cultura Araba è stata tra le prime ad attribuire un ruolo militare al tamburo, prevedendo dei reparti specializzati all’interno dei propri eserciti. E’ con queste caratteristiche che il nuovo ruolo del tamburo subentra nella storia Europea medievale con la conquista musulmana della penisola iberica nell’VIII secolo d.C.

Al ruolo spirituale del tamburo all’interno della Società, inizia ad affiancarsi con crescente autorevolezza il ruolo temporale. Il tamburo fa sicuramente parte di ensemble musicali, ma i primi secoli dell’Anno Mille vedono l’ascesa di una figura importante per il nostro percorso: il suonatore di Pipe and Tabor. Una sola persona che suona contemporaneamente un flauto e un tamburo. I primi esemplari di flauto prevedevano tre fori che consentivano l’impugnatura con una sola mano utilizzando pollice, indice e medio per ottenere melodie. L’altra mano era quindi libera di impugnare una mazza per suonare il Tabor tenuto mediante corda al musicista, permettendo l’esecuzione anche in piedi o in movimento.

Vi sono esempi di queste figure nell’iconografia iberica ed inglese, a partire dal XII secolo, entrambi in ambiente ecclesiastico.
In Gran Bretagna, nella Cattedrale di Lincoln, abbiamo uno dei primi esemplari di scultura di un Angelo che suona flauto e tamburo.

La scuola di Basilea

 

Discendenti dei Pipe and Tabor sono le Fife and Drums, apparse per la prima volta nell’iconografia europea nel 1332 nelle Cronache di Basilea. La differenza tecnica sta nella conformazione del Fife, che diviene un flauto traverso ad almeno 6 fori, in metallo, tale da consentire un volume più elevato.

Nel XIV secolo l’odierna Svizzera era rappresentata dalla Vecchia Confederazione Svizzera, un insieme di territori che si avviavano lentamente verso l’autoaffermazione contro il dominio austriaco degli Asburgo. La Battaglia di Sempach (1336) consacra alla storia il ruolo delle Fife and Drums all’interno dell’esercito. Composto di reparti di fanteria armate di alte picche difficili da gestire in un contesto di manovre di guerra, gli svizzeri inclusero nelle truppe un reparto di suonatori di tamburo e flauto che avevano un ruolo schiettamente organizzativo. Al ruolo di stabilire le cadenze di marcia, se ne aggiunge uno tanto più elaborato quanto efficace: la comunicazione ai vari reparti degli spostamenti tattici mediante codici ritmici ben precisi.

 

In “The New Grove Dictionary of Music and Musicians” Howard Mayer Brown afferma:

<<Nel tardo Medioevo e primo Rinascimento i reparti di Fife and Drums suonavano per la fanteria, quelli di Trumpets and Drums per la cavalleria. A partire dal XV secolo questi reparti vennero associati agli omologhi mercenari svizzeri che li introdussero nel resto dell’Europa Occidentale…I doveri dei suonatori militari erano di dare il tempo per la marcia così come segnali ai reparti durante la battaglia>>

Lo stesso autore però denota come a fianco dei doveri militari dei Fife and Drums, gli stessi rivestissero anche ruoli sociali come musica per la Danza.
La grandissima efficacia delle tattiche di guerra utilizzate fece sì che le altre potenze europee ingaggiassero le truppe svizzere come mercenari. Questo evento partorì due effetti peraltro concatenati: se da una parte i reparti (e quindi i repertori) dei Fife and Drums entrarono in contatto con altri contesti culturali, dall’altra per trasmettere le proprie conoscenze tanto in ambito militare che musicale crebbe il bisogno di fissare quelli che erano i loro codici. Conosciute nel mondo come “Rudimenti di Basilea” presero forma decine di figure ritmiche, o rudimenti, che diedero un’identità precisa alla Scuola di Basilea. L’utilizzo del Tamburo era presente nell’ambito della vita sociale della popolazione di Basilea, con un ruolo predominante nelle cerimonie, festeggiamenti, riti religiosi e civili. La tradizione del Fasnacht, ancora oggi celebrata a Basilea, rappresenta in modo inequivocabile l’importanza di questo strumento nella vita sociale della cittadina svizzera.

Orchesographie – Methode et Theorie

 

La notazione musicale come la conosciamo oggi non esisteva ancora, l’obiettivo princpale era quello di avere un’uniformità di linguaggio. I primi esempi di scrittura musicale per tamburo risalgono al XVI secolo e confermano la funzione di supporto ad altre attività. Nell’Orchesographie – Methode et Theorie di Thoinot Arbeau (pubblicato nel 1589), trattato sulla Danza ed altre discipline musicali scritto sottoforma di dialogo tra maestro ed allievo, sono contenute 76 tavole dove sono spiegati le figure ed i colpi principali a disposizione del suonatore di tamburo, associati a passi e movimenti da compiere. Arbeau presenta 3 figure principali, che chiama Tan (1 colpo), Tere (2 colpi) e Fre (4 colpi), a cui associa la descrizione dei movimenti e passi da compiere contemporaneamente ai colpi suonati.

Le note utilizzate hanno le sembianze delle moderne minime, semiminime e crome, ma presentano durate diverse. Uno schema contenuto nell’Encyclopedia of Percussion Instruments and Drumming, a cura di Bradley Spinney riporta le trascrizioni di 4 delle 76 tavole di Arbeau nella notazione moderna alla breve ed in 2/4 insieme alla coordinazioni dei movimenti da compiere.

L’ultimo colpo di ogni sequenza, su specifica di Arbeau, deve essere suonato con entrambe le bacchette all’unisono. Lo sviluppo di questa consuetudine porterà all’utilizzo della Grace Note (Flam), così come già specificato nelle trascrizioni di Spinney.

Nella stessa opera abbiamo la prima testimonianza della formazione di uno strumento che inizia a differenziarsi sempre di più dal Tabor. Arbeau parla di un tamburo che ha due corde su una delle due pelli, non più una, e che viene suonato in orizzontale; inizia a delinearsi il profilo del tamburo Rullante. Questa non rappresenta una sostituzione completa del Tabor, ma una separazione. L’utilizzo di questi strumenti sopravvive ai giorni nostri in Gran Bretagna, Provenza e territori Baschi.

Pistofilo Bonaventura – Il Torneo

 

Nel manoscritto pubblicato nel 1627, Bonaventura Pistofilo include una sezione chiamata “De Tamburi, e di simili voci di Strumenti di Guerra”, dove opera un’interessante distinzione:

<<…Di questi strumenti ne considero di tre specie: di Vocali, di Semivocali e di Muti. Per lo strumento vocale s’intende l’Huomo, perché mediante la Voce, e della mercè di questi Strumenti Naturali, lingua palato e labbra, ordina, e comanda, quanto vuole, ed intende…Lo strumento semivocale sarà il suono di qualche strumento, per mezo del quale altri comandano ed altri ubbidiscono, si com’è il fischio del Piloto, tutti gli strumenti che servono per le danze, le Trombe e i Tamburi e tutti gli altri strumenti che servono in Guerra, i tirri dell’artiglieria, di archibugi, il suono delle campane e simili, e questi mediante l’udito.

Il Muto sarà poi qualsivoglia altro strumento che dal moto o dal segno, mediante la vista l’Huomo intende i significati e i comandamenti…>>

La sezione presa in esame contiene tutte le regole da osservare dal Tamburino, che deve conoscere il linguaggio musicale militare dei principali Paesi Europei in maniera da adattarsi alla provenienza del Cavaliere che parteciperà al Torneo. Per ogni Chiamata, Bonaventura descrive precisamente i colpi del Tamburo ed i movimenti associati del Soldato. La figura 7 riporta l’originale del manoscritto illustrando proprio questa interazione e specificando per la prima volta nella Storia, lo sticking esatto da utilizzare, indicando con la gamba in giù le note da suonare con la mano destra, ed in su quella con la mano sinistra.

I primi due pentagrammi sono scritti per il Tamburino, la terza illustra al Cavaliere quando muovere passi rispetto alla chiamata. Tutto questo processo è minuziosamente spiegato dal Bonaventura, includendo anche le variazioni delle chiamate alla Francese, Alemanna o Spagnola.

Anche in questo caso il valore delle note non corrisponde a quello moderno. A destra riporto una trascrizione nella notazione moderna. Da notare come i punti posti sopra le note corrispondano ai moderni accenti.

Le principali scuole di Tamburo europee

 

A partire dal XVI secolo, il Tamburo Militare si diffuse in tutta Europa, adattandosi alle necessità dei singoli Paesi e creando diverse Scuole di Tamburo tra cui spiccano sicuramente quella Scozzese, quella Inglese e quella Francese.

In Francia, intorno al 1500, erano previsti fino a 5 tamburini ogni 1000 uomini di truppa9. Sebbene venisse sempre chiamato tabour, entrò in uso una nuova denominazione “caisse”, poi suddiviso in “caisse claire” e “caisse roulante”.

Il XVII secolo vede una grandissima fioritura della cultura del tamburo militare, rivestendo un ruolo molto importante sotto il regno di Luigi XVI. Nel 1705 Andrè Phillidor scrive una raccolta intitolata “Partitions de plusieur marches et batterie de tambour” nella quale figurano marce di tamburo con oboe e piffero.

Nel 1754 viene pubblicato “L’instruction de Tambours et diverse Batterie de l’Ordonance” contenente istruzioni per accordare i tamburi, accorgimenti per l’impostazione delle braccia ed il posizionamento del tamburo, oltre che una raccolta di 12 segnali per tamburi e pifferi ed i tempi per il passo (60 al minuto per il passo e 120 per la carica).

Nel periodo della Rivoluzione nacque la Garde de Paris, da cui deriva la famosa Garde Republicaine formata nel 1802. Nel periodo Napoleonico il livello tecnico dei tamburini della Garde Republicaine, dovuto alla lunga durata del servizio di leva, è altissimo10.

Da ricordare il lavoro di Alexandre Raynaud, percussionista della seconda metà dell’800, che raccoglie e trascrive buona parte del repertorio dell’epoca, tra cui spiccano “Le 3 Dianes”, “La Marche du Pere Lafon”, “La Tordue” e “Le Rigodon”

Il Tamburo rullante nel XIX e XX secolo

 

Il XIX secolo vede l’ingresso definitivo del Tamburo nelle orchestre di musica classica, confermando la convivenza di ruolo militare e civile. Già nel 1706, Marin Marais nella sua Opera “Alcione” prevede l’utilizzo di rullanti, la cui funzione era quella di evocare il suono di una tempesta. In questo caso il Tamburo non viene utilizzato coerentemente con la tradizione militare, ma solo per produrre effetti.

Bisogna attendere il 1817 con Gioacchino Rossini per assistere alla reintroduzione del tamburo all’interno della musica colta. Dato il retaggio militare, lo strumento veniva utilizzato per la rappresentazione in musica di scene belliche. Nell’overture de “La Gazza Ladra”, Rossini utilizza le percussioni per illustrare il ritorno dalla battaglia di Giannetto, uno dei personaggi principali. L’importanza storica di questa Overture, che fu la prima ad essere concepita come parte integrante dell’Opera e non più come avvertimento dell’imminente inizio della stessa, contribuì ad innalzare il ruolo del Tamburo d’Orchestra.

Questa evoluzione comportò il bisogno di adattare il metodo di scrittura per tamburo. Se ne introduce uno che riprende e sviluppa il sistema di gamba in giù per la mano destra e gamba su mano sinistra, adattandolo sul pentagramma.

La mano destra verrà indicata nel FA del primo spazio, la sinistra nel MI dell’ultimo spazio. I rulli (long roll ing., roulement fr.) vengono invece indicati nello spazio del DO al centro del pentagramma.
La scarsa facilità di lettura in caso di figure ritmiche complesse portò gradualmente all’abbandono di questo metodo in favore della scrittura solo sul DO del terzo spazio o in alcuni casi all’utilizzo di un solo rigo, dove lo sticking veniva indicato dal posizionamento sopra (mano sinistra) o sotto (mano destra) dello stesso.

Europa e America: punti di contatto

 

Il rapporto tra le Isole Britanniche e gli Stati Uniti è il canale di importazione della tradizione rudimentale in America. Anche in questo caso, il materiale venne adattato alle esigenze culturali nel Nuovo Continente.
Nel 1778, a 3 anni dall’inizio della Guerra d’Indipendenza americana, il Barone Friedrich von Steuben pubblicò su emendamento diretto di George Washington “Regulations for the Order and Discpline for the Troops of the United States” con lo scopo di regolare ed addestrare le truppe rivoluzionarie. Il suo lavoro è uno dei primi libri che contiene elenchi di rudimenti e chiamate militari in terra americana.

Il 16 gennaio 1812 Charles Ashworth pubblica “A new useful and complete system of Drum Beating”, una raccolta di tutti i rudimenti, le chiamate, i doveri di campo (camp duties ing.) in uso presso l’Esercito e la Marina degli Stati Uniti. Nello specifico, contiene una lista di 28 rudimenti che hanno caratteristiche simili a quelli moderni, come ad esempio l’inizio della figura con la mano sinistra.

Nel 1862 George B. Bruce e Daniel D. Emmett pubblicano “The Drummers’ and Fifers’ Guide”. Questo è il primo libro in cui compare l’accentazione del secondo beat del Long Roll. A questo si aggiunge nel 1869 “Drum and Fife Instructor” di Gardiner Strube, scritto su mandato della Guardia Nazionale degli Stati del New England.

Il bisogno di uniformare il numero e la tipologia di rudimenti iniziava ad avere un peso sempre maggiore. In ordine cronologico molti personaggi provarono a dare il loro contributo: nel 1886 John Philip Sousa pubblica “The Trumpet and Drum”; con l’inizio del nuovo secolo, nel 1925, Sanford Moeller pubblica con la Ludwig Drum Company “The Moeller Book: the Art of Snare Drumming”.

Per avere una risoluzione bisogna attendere il 1933 quando a Chicago 13 musicisti si riunirono formando la National Association of Rudimental Drummers (N.A.R.D.) con lo scopo di fissare i rudimenti basilari comuni a tutti i musicisti.

Il risultato fu una selezione di 13 rudimenti fondamentali, completati con una lista di ulteriori 13 rudimenti per un totale di 26.

Conclusioni

 

E’ stato un viaggio piuttosto lungo, con tantissime informazioni raccolte e condivise. Conoscere la storia del nostro strumento ci permette di comprenderne a fondo i diversi linguaggi e sviluppi. In questo articolo abbiamo visto insieme l’evoluzione del tamburo rullante in Europa. Il passo successivo sarà vedere come questo si è integrato nel drumset, passando da tamburo a “batteria”.

Segui i link qui sotto per continuare il viaggio!

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