La potenza semplice di una giornata normale. Con queste 7 parole definisco la giornata di oggi.
Il tempo sembra allentare la presa. La vita sembra facile. Tutto scorre esattamente come dovrebbe ed io riesco ad persino ad abbandonarmi alla corrente. Mi sento profondamente grato. Felice per tutto ciò che abbiamo costruito. Orgoglioso delle basi che stiamo gettando per il nostro futuro.
Allora divento più ricettivo. Tutto, anche una cosa semplice come lavare un ciuccio caduto a terra, alimenta la mia contentezza.
Come al solito ci siamo svegliati presto per mangiare. Negli ultimi giorni siamo passati stabilmente a 120 ml. In questo modo Alexander è più soddisfatto e riesce a resistere 3 ore tra una poppata e l’altra. Alterniamo allattamento al seno a latte in polvere.
Ci confrontiamo spesso con amici o parenti (neo) genitori. Registriamo con cura i pasti e i pannolini di Alexander, così da poter capire cosa funziona meglio per lui. Perché alla fine di questo si tratta.
Siamo insieme da 6 settimane e ci conosciamo sempre meglio.
Noto un cambiamento nei suoni che emette. Ora prima del pianto vero e proprio c’è una sorta di falsetto di protesta. Dura in genere qualche minuto, ci da il tempo di metterci in moto prima che si scateni l’uragano.
I suoi occhi sono sempre più vispi e curiosi. Si sofferma con attenzione sulla riproduzione del Ramo di mandorlo in fiore di Van Gogh, un regalo di mia sorella e compagno. Le cartoline appese sono anche interessantissime. I momenti di contatto e interazione durante il pit stop-pannolino sono sempre più frequenti e profondi.
Ci cerca con gli occhi e con i suoni. A volte cerca di toccarci con le mani.
È forse questa la strada verso la felicità? Ho paura a pormi questa domanda. Ho paura di rompere l’incantesimo.
Non tutte le domande hanno bisogno di una risposta. Quantomeno di una risposta verbalizzata. Alcune arrivano per evidenziare una risposta che già conosciamo.
Arrivano per farci realizzare che siamo più ricchi di quanto crediamo.