Hai mai letto un libro, convinto che sarebbe rimasto con te per sempre, solo per renderti conto dopo qualche settimana che non ne ricordi quasi nulla? Viviamo in un’epoca in cui divoriamo contenuti veloci e superficiali, dimenticando persino i libri più importanti. Ma perché succede? E soprattutto, come possiamo impedirlo?
Il problema: leggiamo troppo in fretta
Leggere è diventato un esercizio di velocità, non di profondità. Divoriamo i libri come facciamo con i video o i post sui social media: rapidamente e senza soffermarci. Questo approccio ci lascia frustrati, perché ciò che leggiamo scivola via dalla memoria. Non solo dimentichiamo i dettagli, ma spesso ci sembra di non aver letto affatto.
Questo accade soprattutto con la narrativa e la poesia. La letteratura ha bisogno di essere capita e sentita, mentre la poesia vive di sfumature e contesto: leggerla di fretta è come guardare un dipinto al buio.
Siamo immersi in una cultura che celebra la velocità e la produttività. Pensiamo che leggere velocemente ci renda più colti, più efficienti, più “al passo.” Ma questo passo è un’illusione. È una costruzione artificiale, alimentata dai social media, che svaluta la riflessione e premia la superficialità.
La soluzione: Deep Reading
La risposta a questo problema si chiama Deep Reading.
Il Deep Reading non è solo una tecnica di lettura: è un atto di ribellione contro la frenesia. È scegliere di vivere pienamente ogni pagina, rallentare e lasciare che le parole ci trasformino.
È un approccio che ribalta il paradigma della lettura veloce: leggendo lentamente e rileggendo i libri più volte, puoi trasformarli in esperienze che lasciano un segno duraturo. Con il Deep Reading, ciò che leggi non verrà dimenticato: diventerà parte di te.
La regola principale? Rileggere. Ogni rilettura è come un viaggio attraverso un paesaggio già visitato: noti dettagli che prima ti erano sfuggiti, scopri nuove connessioni, percepisci emozioni più profonde.
Come dice McEvoy: Reading is re-reading. Ogni libro nasconde tesori che solo chi ha pazienza riesce a scoprire.
I benefici del Deep Reading
Il Deep Reading non è solo un modo per ricordare meglio i libri. È un dono che fai a te stesso. Ogni libro letto lentamente diventa uno specchio della tua mente e del tuo cuore, una fotografia dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e di chi sei in quel momento.
Ho scoperto che il Deep Reading non migliora solo la memoria, ma anche la mia capacità di pensare in modo più chiaro e profondo. Ogni libro letto lentamente diventa una conversazione, non solo con l’autore, ma anche con me stesso.
Ma c’è di più. Scrivere le tue riflessioni sui libri ti permette di lasciare un’eredità unica. Le tue annotazioni, i tuoi pensieri e le tue emozioni diventano un diario intellettuale ed emotivo. Un dono per chi verrà dopo di te.
Come iniziare con il Deep Reading
Vuoi provare il Deep Reading? Ecco come fare:
1. Scegli un libro importante
Non importa se è lungo o corto: scegli qualcosa che ti tocchi nel profondo. Io ho iniziato con Guerra e Pace di Tolstoj, un’opera immensa che mi impegnerà per un anno intero.
2. Rileggi, sempre
Leggi il libro una prima volta per capire cosa succede. Poi rileggilo, concentrandoti su dettagli, emozioni e connessioni. Ogni rilettura ti regalerà qualcosa di nuovo.
3. Scrivi
Tieni un taccuino vicino e annota le tue sensazioni. Non serve scrivere frasi perfette: bastano parole, pensieri, intuizioni. È come scattare una foto della tua mente.
Le quattro fasi del Deep Reading
Secondo Mortimer Adler, ci sono quattro livelli di lettura. Ecco come applicarli al Deep Reading:
1. Lettura elementare
Leggi per capire cosa sta succedendo. Chi sono i personaggi? Qual è la trama? Questo è il livello più semplice.
2. Relazioni
Rileggi per cogliere i legami tra eventi, personaggi e idee. Nota le scelte dell’autore: perché ha descritto una scena in un certo modo?
3. Meta-cognizione
Concentrati sugli effetti che il testo ha su di te. Cosa provi? Perché? Questa è la fase in cui inizi a riflettere sulle tue emozioni.
4. Sintopia
Confronta ciò che hai letto con altre opere o esperienze. Il testo ti ricorda qualcosa? Come si collega ad altri libri o idee?
Superare le resistenze e scegliere la profondità
Quando ho iniziato il Deep Reading, una voce nella mia testa continuava a opporsi:
“Davvero vuoi rileggere lo stesso capitolo? Sai quanto tempo ci vorrà per finire il libro?”
Queste resistenze sono il riflesso di un mondo che ci spinge a correre, a divorare tutto senza assaporarlo davvero. Ma leggere velocemente non ci rende migliori, né più colti. Il Deep Reading è l’opposto: è un atto di ribellione contro la superficialità, un modo per allenare la mente a fermarsi, osservare e riflettere.
Scegliere di rallentare non significa perdere tempo, ma usarlo per creare qualcosa di duraturo. Ogni rilettura è un passo verso la profondità, una possibilità di scoprire nuovi dettagli, emozioni e connessioni che prima non avevamo visto. È così che i libri diventano compagni di viaggio, strumenti per conoscere noi stessi e il mondo.
Deep Reading: un atto di cura verso te stesso
Il Deep Reading è molto più di una tecnica: è un invito a vivere con maggiore attenzione. È un dono che fai a te stesso, perché ti permette di riscoprire il piacere della lentezza, della scoperta e della riflessione.
Quando rileggi un libro, stai rileggendo anche te stesso. Le pagine che hai davanti diventano specchi dei tuoi pensieri, delle tue emozioni, della tua crescita personale. Ogni annotazione, ogni intuizione è un frammento della tua storia, un’eredità che lasci agli altri ma, soprattutto, a te stesso.
Se i libri che leggi ti sembrano scivolare via dalla memoria, non è un fallimento personale. È un segnale che hai bisogno di cambiare il tuo approccio. Con il Deep Reading, puoi leggere meno ma ricordare di più. Puoi trasformare ogni libro in un compagno di vita, anziché in un ricordo sbiadito.
Scegli un libro. Dedicalo al Deep Reading. E scoprirai che i libri non sono fatti per essere dimenticati: sono fatti per trasformarti.
Scopri di più da Moreno Maugliani
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