Marzo 12, 2025 morenomaugliani

Come ho scoperto il Deep Listening (e perché ha cambiato tutto)

een persoon die diep geconcentreerd naar muziek luistert.

Viviamo immersi in un costante sottofondo sonoro. La musica è ovunque: nei supermercati, nei ristoranti, negli spot pubblicitari. Eppure, raramente la ascoltiamo davvero.

Per anni ho consumato musica senza pensarci troppo, come la maggior parte delle persone. Ascoltavo canzoni mentre facevo altro, saltavo da un brano all’altro senza mai fermarmi a coglierne i dettagli. Ma un giorno qualcosa è cambiato.

Ero in macchina, dopo una lunga giornata di lavoro. Alla radio passava Così parlò Zarathustra di Richard Strauss. Le prime note mi erano familiari: il celebre incipit reso immortale da 2001: Odissea nello spazio. Ma poi è arrivato il secondo movimento. Non l’avevo mai sentito prima.

E qualcosa è scattato.

Sono rimasto seduto in macchina, incapace di spegnere il motore e scendere. Volevo sentire ogni sfumatura, ogni crescendo, ogni pausa. Per la prima volta, non stavo solo ascoltando la musica. La stavo vivendo.

Quella serata ha segnato l’inizio di un viaggio. Ho voluto capire cosa fosse successo e come potevo replicare quell’esperienza. Ho scoperto il concetto di deep listening e ho iniziato a esplorare un modo completamente nuovo di vivere la musica.

Il mio metodo per il deep listening

Con il tempo ho sviluppato un percorso di ascolto progressivo, una sorta di allenamento per affinare la capacità di percepire la musica a un livello più profondo.

1. Primo ascolto: l’impatto emotivo

La prima volta che ascolto un brano, mi lascio trasportare. Non analizzo nulla, non cerco di capire la struttura. Voglio solo percepirne l’effetto emotivo, la sensazione che mi lascia.

2. Riascolto con attenzione ai dettagli

Al secondo ascolto, inizio a fare caso agli strumenti, alle dinamiche, alle scelte timbriche. Quali strumenti emergono nei momenti chiave? Come si sviluppa la tensione? Quali sono le caratteristiche dello stile del compositore?

3. L’AI come guida all’ascolto

A questo punto entra in gioco l’AI. Uso ChatGPT per approfondire il brano da diverse angolazioni:

  • Chiedo un’analisi della struttura musicale.
  • Esploro il contesto storico e le influenze del compositore.
  • Verifico se ci sono interpretazioni diverse e cosa le distingue.
  • Chiedo suggerimenti su brani correlati per ampliare la mia comprensione.

L’AI diventa una sorta di mentore musicale, aiutandomi a collegare il pezzo a un panorama più ampio. Non è un caso che uitlizzi strutturalmente ChatGPT anche come assistente letterario.

4. Ascoltare con la partitura

L’ultimo passo è il più intenso: seguire la partitura mentre ascolto. Questo mi permette di visualizzare la costruzione musicale, di cogliere i contrappunti, le armonie, le scelte ritmiche. È un’esperienza completamente diversa, che svela il brano in modo quasi tridimensionale.

Perché il deep listening ha cambiato il mio modo di vivere la musica

La cosa sorprendente è che, proprio come con il mio secondo cervello, questo tipo di ascolto ha affinato la mia capacità di percezione in generale. Quando una persona parla, riesco a cogliere sfumature e dettagli che prima mi sfuggivano. È come se avessi allenato un muscolo dell’attenzione.

Ma c’è di più.

Ascoltare musica in profondità ha cambiato il modo in cui vivo il tempo. È diventato un atto di presenza, di immersione totale. È l’opposto dello scrolling senza fine, del consumo passivo. È un’esperienza che ti riporta a te stesso.

Vuoi provare? Un semplice percorso in 4 passi:

Non è necessario iniziare con la musica classica. Puoi applicare il deep listening a qualsiasi genere ami. Scegli un brano che ti emoziona e prova questo percorso:

  1. Ascoltalo una prima volta senza fare nulla. Solo ascolta.
  2. Riascoltalo, facendo attenzione ai dettagli sonori.
  3. Usa l’AI per scoprire qualcosa di nuovo sul pezzo o sull’artista.
  4. Se possibile, trova la partitura e seguila mentre ascolti.

Conclusione: un’esperienza da riscoprire

Il deep listening non è un’abilità isolata, ma fa parte di un modo più ampio di vivere l’apprendimento che sto sviluppando con The Polymath Quest. È lo stesso principio che applico alla lettura profonda e all’uso strategico dell’AI per imparare. L’obiettivo non è solo ascoltare meglio, ma costruire connessioni più profonde tra le idee, affinare il pensiero critico e riscoprire il piacere della conoscenza.

Così come il mio secondo cervello mi ha insegnato a organizzare e collegare le informazioni in modo più efficace, il deep listening mi ha mostrato che anche l’ascolto può diventare una forma di esplorazione profonda.

Se hai mai avuto la sensazione di non riuscire a goderti davvero la musica, di ascoltarla solo superficialmente, ti invito a provare questo metodo. Non per cambiare il tuo modo di ascoltare, ma per vedere se, anche per te, può aprire nuove porte.


Scopri di più da Moreno Maugliani

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.