Marzo 23, 2025 morenomaugliani

Come ho smesso di perdere tempo online

(e perché non tornerei indietro)

orologio che mostra la perdita di tempo

Quando ho capito che il mio tempo non era più mio

Non ho mai pensato al digitale come a un problema. Finché, un giorno, ho fatto un semplice calcolo.

Ho guardato quanto tempo passavo ogni giorno tra social, articoli salvati che non leggevo mai, notifiche e aggiornamenti. E mi sono fatto due domande:

  • Dove va a finire questo tempo?
  • E cosa avrei potuto farci se fosse stato davvero mio?

All’inizio, la risposta mi ha disturbato. Non era tanto il numero di ore sprecate, ma la sensazione che qualcuno stesse decidendo per me come usarle.

Il tempo rubato dalla frammentazione

Non erano solo i social, non era solo il doomscrolling. Il problema più grande era la frammentazione dell’attenzione.

Ogni giorno, la mia mente passava da una notifica a una news, da un articolo lasciato a metà a un messaggio senza risposta. Saltavo da una cosa all’altra, incapace di stare fermo su qualcosa abbastanza a lungo da assimilarlo davvero.

  • Non riuscivo più a leggere libri come prima. La mia mente si annoiava dopo poche pagine, cercava nuovi stimoli. Ero ancora ben lontano dal Deep Reading e il recupero della concentrazione)
  • Non riuscivo più a scrivere in modo fluido. I pensieri arrivavano in modo disordinato, riflesso della mia attenzione sempre frammentata. Solo il Journaling e Morning Pages tenevano duro.
  • Anche il tempo libero non era più davvero libero. Mi sembrava di essere sempre impegnato, eppure non costruivo nulla di concreto.

Tutto questo accadeva mentre il tempo scivolava via, giorno dopo giorno, senza che ne avessi davvero il controllo.

Riprendermi il tempo: una questione di scelte

Non ho eliminato tutto da un giorno all’altro. Ho fatto un Digital Detox più intelligente:

Ho deciso che sarei stato io a scegliere cosa meritava il mio tempo.

Il primo passo è stato ridurre il rumore e riconoscere la differenza tra consumo e creazione.

  • Ho tolto il superfluo. Alcuni contenuti sembrano importanti, ma non lo sono. (Leggi qui come impostare una Dieta informativa).
  • Ho ridato spazio alla lettura profonda. Non un accumulo di informazioni, ma un processo per assimilarle. (Come leggere più libri contemporaneamente)
  • Ho sostituito il consumo passivo con la scrittura. Non solo per ricordare, ma per costruire un archivio di pensieri. (Iscriviti alla newsletter per non perdere il prossimo articolo: Commonplace Book: scrivere per ricordare).

Leggi qui Come costruire un secondo cervello.

E più toglievo, più ritrovavo tempo.

Tempo che prima non esisteva. Tempo che non era mai stato perso, ma solo sepolto sotto un rumore di fondo che non lasciava spazio a nulla di significativo.

Il vero cambiamento

La verità è che non mi mancava nulla.

  • Non sentivo il bisogno di tornare a scrollare. La mia attenzione si era abituata a stimoli di qualità superiore.
  • Non sentivo il bisogno di essere aggiornato su tutto. Avevo capito che conoscere tutto in tempo reale non serve.
  • Non sentivo il bisogno di essere sempre connesso. Ero più presente nel mio tempo, nella mia vita.

Per anni ho pensato che il digitale mi permettesse di fare di più. In realtà, mi stava solo tenendo impegnato, senza lasciarmi costruire nulla di mio.

Oggi, quando qualcuno mi chiede: “Ma come fai a fare tutto?”
La risposta è semplice: ho smesso di perdere tempo con ciò che non conta.

Conclusione: Il tempo è tuo, se decidi di riprenderlo

L’illusione più grande del digitale è che ci aiuti a ottimizzare il tempo. Ma il tempo non si ottimizza, si vive.

  • Se non scegli tu come usarlo, qualcun altro lo farà per te.
  • Se lo lasci frammentare in mille distrazioni, non sarà mai tuo davvero.
  • Se invece lo riprendi, scoprirai che non è mai stato poco. Era solo disperso.

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