Oggi appuntamento dalla pediatra.
Alexander ama stare in macchina e a noi piace tutto il processo dietro ad un semplice spostamento di 5 minuti. Arriviamo verso le 12:35 e ci prepariamo per pesarci. Alla nascita Alexander pesava 3010gr. Secondo medici e ostetrica, poco per un bambino di 41 settimane. Per escludere una causa medica, ci hanno fatto restare due notti. In realtà una sarebbe stata sufficiente, ma avendo partorito la sera (leggi qui il racconto del parto) ci hanno fatto restare la seconda notte per terminare con calma il giro dei controlli.
Dopo la nascita il bambino perde peso, per poi recuperarlo. Nei primi quattro giorni Alexander ha perso 110 grammi. Otto giorni dopo aveva già superato il peso di nascita. Nelle settimane successive, continuava a prendere peso.
Allattando al seno, non possiamo sapere quanti millilitri di latte effettivamente beva. L’unica variabile utile è il peso, che deve aumentare in media di 150 grammi a settimana.
Siamo davanti all’assistente che mette un foglio di carta sulla bilancia. Carolien poggia Alexander e gli toglie il pannolino.
3945 grammi.
Ci guardiamo stupiti. Settimana scorsa pesava 3595 grammi. Lo sentivamo diventare più pesante, ma non ci aspettavamo una crescita così importante in una settimana. La pediatra si avvicina e guarda il grafico della curva di crescita sul computer accanto alla bilancia.
“Ottimo direi!” – Alexander la fissa, muove le mani e pronuncia qualche sillaba. Precoce per la sua età, ci dice. Lui, non ottenendo l’attenzione sperata pensa bene di liberarsi della pipì.
Dopo aver chiesto consigli riguardo l’allattamento (possiamo passare a 120ml 6 o 7 volte al giorno) salutiamo e ripartiamo. Saliti in macchina Carolien propone di andare a pranzo fuori. Effettivamente era un po’ che non lo facevamo. Mi sono lasciato convincere senza troppe proteste. Non bisogna mai stancarsi degli imprevisti che modificano un piano. Sono proprio quelli che creano i momenti da ricordare.
Arriviamo alla nostra caffetteria preferita e prendiamo posto ad un tavolo fuori. Alexander siede sul seggiolone posato una sedia. Ordiniamo e veniamo serviti abbastanza velocemente, visto il numero di clienti. Mentre mangiamo arrivano tre donne. Una di loro accompagna un bambino intorno ai 7-8 anni. Un’altra spinge una carrozzina.
Mangiamo con gusto fino a che Alexander decide di averne abbastanza. Inizia a piangere e cullarlo nel seggiolone è utile come tirare un sasso per colpire la luna. Mi alzo e lo prendo in braccio. Dopo pochi minuti riesco a calmarlo. I suoi occhi belli mi guardano curiosi, la bocca al sicuro dietro il ciuccio verde.
La ragazza con la carrozzina lo vede e dice:
“Che bell’ometto! Anche lui è piccolino. Quando è nato?”
“Domenica 14 maggio.” – risponde Carolien.
“Oh ma dai? Anche il mio, 14 maggio. Festa della mamma!”
Continuando a parlare esce fuori che sono nati lo stesso giorno, entrambi un parto veloce (meno di 4 ore) e quasi lo stesso peso. A chiudere il cerchio, sono stati fatti nascere dalla stessa ostetrica.
Che coincidenze.
Già, le coincidenze.
Mi viene da pensare a come il paradigma della mia vita sia cambiato nel giro di qualche secondo. Un po’ come la differenza tra l’essere e sentirsi padre.
Il peso specifico di un corpo è dato dal rapporto della sua sostanza e il suo volume.
Di che sostanza è fatto Alexander? Mi perdo affascinato nell’osservarlo. L’espressione suprema della Natura. Della Vita.
Vivere il momento in pieno contatto con sé stessi.
Una volta sapevo farlo anche io. Quand’è che l’ho dimenticato?
E tu?