La leggenda di John Henry: la resistenza al cambiamento
John Henry era un operaio americano noto per la sua forza e dedizione. Quando la sua fabbrica introdusse per la prima volta una macchina a vapore per scavare gallerie ferroviarie, John la vide come una minaccia. Non poteva accettare che una macchina sostituisse l’uomo. Così lanciò una sfida: avrebbe lavorato più velocemente della macchina.
Vinse.
Ma morì di fatica.
Ogni grande innovazione incontra resistenza. La storia di John Henry non riguarda solo la forza fisica, ma la paura del cambiamento. Oggi, l’intelligenza artificiale suscita timori simili: ci sostituirà o ci aiuterà a essere migliori?
Io ho scelto di utilizzare l’AI per imparare meglio, sfruttandola come un’estensione del mio pensiero e delle mie capacità cognitive.
Come utilizzare l’AI per imparare meglio
Non uso l’AI per ottenere semplicemente risposte. La utilizzo per pensare meglio, approfondire concetti, testare la mia comprensione e sviluppare nuove idee. Ho sperimentato diversi modi per integrarla nel mio processo di apprendimento:
•Memorizzazione attiva → Uso l’AI per imparare poesie a memoria con un task giornaliero e analizzare i testi per comprenderne le sfumature.
•Deep Reading → Integro l’AI nelle mie letture per analizzare i classici e creare connessioni con altri autori e contesti.
•Brainstorming e pensiero critico → Creo mentori virtuali che mi pongono domande strategiche per stimolare la riflessione.
•Deep Listening → Uso l’AI per analizzare sinfonie e composizioni musicali, affinando il mio ascolto critico.
•Testare la conoscenza → Mi faccio interrogare dall’AI su ciò che studio per valutare la mia comprensione e consolidare le conoscenze.
•Costruzione di connessioni tra concetti → Chiedo all’AI di trovare collegamenti tra idee e discipline per creare una rete di apprendimento più profonda.
Di questi, tre metodi hanno avuto l’impatto maggiore sul mio percorso.
I tre metodi che hanno trasformato il mio apprendimento
1. Memorizzazione attiva con l’AI
Da quando ho scoperto il mind palace e le tecniche di memorizzazione, ho iniziato a integrare ChatGPT per facilitare questa pratica. Ogni mattina alle 6, ricevo un estratto di una poesia da imparare a memoria. Dopo averla memorizzata, l’AI mi aiuta con un’analisi del contesto storico, delle figure retoriche e del significato dei versi.
Questa tecnica non solo mi permette di imparare le poesie, ma di capirle profondamente, consolidando la mia memoria senza sforzo eccessivo.
A breve pubblicherò un articolo dedicato a questo metodo, con esempi concreti e suggerimenti pratici per chi vuole applicarlo.
2. Deep Reading: leggere per comprendere meglio
Negli ultimi anni, ho sentito il bisogno di rallentare la lettura e approfondire i classici. Ho iniziato con Il Conte di Montecristo, poi Anna Karenina, e ora sto leggendo Guerra e Pace.
Per questo ho creato un commonplace book, dove trascrivo a mano citazioni, riassunti e riflessioni. Ma per arricchire l’analisi, ho impostato un’AI “mentore letterario” che mi aiuta a esaminare ogni capitolo. Segue una metodologia precisa:
1.Prima lettura autonoma → Annotazioni spontanee e impressioni personali.
2.Approfondimento con l’AI → Analisi dello stile, riferimenti culturali e domande stimolanti per riflettere.
3.Sintesi e connessioni → Costruzione di un archivio di concetti chiave nel mio “secondo cervello” in Obsidian.
Anche questo metodo sarà approfondito in un prossimo articolo, dove spiegherò come applicarlo per migliorare la qualità della lettura e della riflessione.
3. L’AI come sparring partner per il pensiero critico
Un altro metodo che ho sviluppato è l’uso di ChatGPT come mentore virtuale per il brainstorming e il pensiero critico. Creo “persone virtuali” con competenze specifiche (filosofo, scienziato, editor) e le istruisco a porre domande anziché darmi risposte dirette.
Esempi:
•Pensiero critico: Uso la Tassonomia di Bloom per far sì che l’AI mi stimoli con domande sempre più profonde su un tema.
•Scrittura e revisione: Simulo una sessione con un editor esperto per migliorare il mio stile e ricevere feedback personalizzati.
Anche questa metodologia sarà approfondita in un prossimo articolo, con esempi pratici su come trasformare l’AI in uno strumento per il ragionamento critico.
Conclusione: l’AI come amplificatore del pensiero
L’AI non deve sostituire il nostro pensiero, ma aiutarci a espanderlo. Se usata con metodo e intenzione, diventa un acceleratore di apprendimento, capace di migliorare la memoria, approfondire la lettura e stimolare la creatività.
Oltre ai metodi descritti, sto esplorando altre applicazioni dell’AI nell’apprendimento:
•Deep Listening, per scoprire dettagli nascosti nelle composizioni musicali.
•Testare la conoscenza, per migliorare la capacità di ricordare e applicare ciò che apprendo.
•Costruzione di connessioni tra concetti, per individuare relazioni inaspettate tra discipline diverse.
Nei prossimi articoli approfondirò ciascun metodo con esempi pratici e suggerimenti applicabili.
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