Oggi è la giornata più lunga dell’anno.
Per me e Alexander è iniziata di nuovo alle 3 del mattino. Dopo la poppata siamo tornati a letto, per rivederci alle 6. Sono rimasto direttamente di sotto. Ho fatto colazione con un buon libro, poi mi sono dedicato alla casa.
Alle 10:30 aspettavamo visite. Una coppia di signori, vecchie conoscenze di Carolien si presenta leggermente in anticipo. Ci accomodiamo in giardino e mettiamo su il caffè. No, non la moca, ma il caffè a filtro. Ho provato in tutti i modi a convincere mio padre che fosse buono. No way.
Dopo le domande di rito su Alexander e il parto, chiacchieriamo del più e del meno. Carolien chiede alla donna:
“Come stai ora? Cosa è successo di preciso?”
“Avevo la pressione alta da un po’ di giorni e la cosa mi insospettiva. Mi sono decisa ad andare dal dottore per parlarne. Sono andata sola, in macchina. Arrivata lì mi sono seduta tranquilla in sala d’attesa. Ho parlato con l’assistente. Poi il dottore mi chiama e entro nel suo studio. Appena entrata mi sono accorta che c’era qualcosa che non andava. Il dottore mi faceva delle domande. Io volevo rispondere ma le parole non mi uscivano dalla bocca. Potevo pensare, sapevo che avrei dovuto rispondere. Eppure non riuscivo ad emettere alcun suono. Potevo solo fare su è giù con le spalle. Sono stata ricoverata e hanno fatto una tac. Infarto cerebrale. Una vena otturata.”
La ascolto con Alexander che dorme pacioso in braccio. Lei continua:
“Grazie alle cure mi sono rimessa abbastanza velocemente. Ho ripreso praticamente tutte le attività che svolgevo prima. Mi domando sempre cosa sarebbe successo se mi fossi sentita male mentre ero a casa, o a fare la spesa.” – dice pensierosa.
Facciamo piani ventennali, mentre la nostra vita può essere decisa in pochi secondi.
Guardo il viso dolce di mio figlio e inizio a riflettere.
Io ho un obbligo morale verso di lui. Non parlo di quello ufficiale da padre e pater familias. Parlo di qualcosa ancora più importante, che di fatto rende i due ruoli possibili. Io devo esserci. Io ho l’obbligo morale di prendermi cura della mia salute, fisica e mentale, per fare sì che io possa esserci.
Mi ritorna in mente la frase “I figli imparano dal tuo esempio, non dalle tue parole”. Un mantra che mi porto dietro dall’inizio della gravidanza.
Nelle ultime settimane ho dovuto lasciare gli allenamenti per il triatlon. Sono stato male due volte, ma soprattutto temo di essermi allenato troppo. A tempo debito scriverò un articolo su quanto successo. Fatto sta che sono passato dall’allenarmi 4 volte a settimana a non allenarmi per niente. L’alimentazione non è stata delle più corrette. Da qualche giorno sentivo una sorta di senso di colpa rendermi inquieto. Ora capisco tutto.
Senza accorgermene stringo un po’ più forte Alexander, mentre so già cosa fare.
Alle 21 sono seduto sulle scale mentre mi allaccio le scarpe da corsa. Nelle orecchie le cuffie con l’audiolibro che sto “leggendo”. Nel cuore la certezza di dimostrare Amore a mio figlio e mia moglie.