Giugno 14, 2023 morenomaugliani

Neo papà: il primo mese

Bambino di un mese insieme a un bassotto sul tavolo

Sono un neo papà. Da un mese. 31 giorni in cui la mia vita è diventata…un’altra vita. Mi chiedevo spesso “Chissà come sarà?” oppure “Da quand’è che di preciso ci si sente padre?” Sono sempre stato sensibile a queste sfumature sottili.

In questo articolo vi racconto le sfide, le gioie, le scoperte e le lezioni che ho imparato in questo primo mese da papà.

Le gioie da neo papà

Aver subito una grande perdita ti insegna a guardare la vita da un’altra prospettiva. L’intero paradigma si ridisegna. Mi sono ritrovato più sensibile alle cose che normalmente riteniamo piccole o semplicemente non degne di attenzione. Richard Tedeschi e Lawrence Calhoun identificano questa dinamica come Post-traumatic growth.

Il calore di mio figlio sul mio petto. Il rumore dolce del suo respiro. Vederlo prendere consapevolezza del suo corpo. Cercarci con gli occhi o con il pianto. Sentirlo calmarsi dopo averlo preso in braccio.

Bambino addormentato in braccio al neo papàHo realizzato che in realtà sono proprio queste “piccole” cose che, incollate l’una all’altra dalla caducità della vita, formano le fondamenta della nostra salute emotiva.

Una delle sensazioni più belle la vivo quando sono lontano da casa per lavoro e ripenso ad Alexander, Carolien e alla vita che stiamo costruendo. Costruiamo ricordi e formiamo abitudini mentre cresciamo insieme. Sogno ad occhi aperti domandandomi cosa starà facendo. Il petto si gonfia d’amore all’idea di tornare a casa da lui e Carolien e stare finalmente insieme.

A proposito di abitudini: il mio giorno preferito è senza dubbio la domenica. La mattina è indiscutibilmente dedicata a noi. Ci alziamo, facciamo colazione, poi torniamo tutti e 3 a letto. A volte ascoltiamo musica, altre volte ci appisoliamo. Stiamo insieme. Ci abbracciamo. Il tempo allenta la presa nel vederci così pieni di noi. Mi sento bene, mi sento forte.

Poi ci sono i sorrisi. Quelle splendide esplosioni di gioia che finiscono sempre per commuovermi. Guardo mio figlio sorridere e mi sento insieme forte e vulnerabile. Oggi sono il suo mondo, domani sarò il suo eroe. Dopodomani sarò un suo amico.

Annego nel suo sorriso. Mi faccio piccolo davanti ai suoi occhi avidi di vita, dove vedo il riflesso della mia. I suoi occhi come un collo di una clessidra, guardano scendere i granelli del mio tempo. Lo fanno senza timore e senza paura. Silenziosamente mi spiegano che è così che è sempre stato e sempre sarà. Mi chiedono di accettarlo.

È allora che mi commuovo.

Leggi anche la Cronaca di Alexander, la nascita del nostro primo figlio.

Le sfide da neo papà

Diffidate di chi vi dice che essere neogenitori sia sempre facile e fighissimo. Mente spudoratamente.

Ti offro un cocktail:

Iniziamo con una parte di sistematica privazione del sonno. Ogni 3 ore (a volte anche meno) bisogna svegliarsi per allattarlo e cambiarlo.

Aggiungiamo due parti di pianto senza apparente motivazione. L’hai allattato, cambiato e aiutato nel caso di mal di pancia. Eppure il pianto continua e aumenta di intensità. Proprio come i segnali acustici di alcune auto quando non metti la cintura. Libretto d’istruzioni non pervenuto.

Completiamo con 2 parti di tempo decimato. Hai progetti per la serata o la mattinata? Hai un’idea che vorresti sviluppare? Dimenticatelo. C’è sempre un pannolino pronto a ricordarti l’imprevedibilità della vita.

Per un neonato volere e avere bisogno sono esattamente la stessa cosa. Piangere è l’unico modo per esprimersi. L’unico problema è che reagire al pianto di un neonato è un istinto che in quanto tale non può essere ignorato. Il desiderio – o meglio il bisogno – è quello di consolarlo il prima possibile. Quando questo non riesce, si forma una specie di corto circuito nel cervello.

Ovviamente questo succede sempre quando sei in hangover di cocktail di cui sopra. Una combinazione micidiale.

Nei primi 3 giorni di vita di Alexander ho dormito in totale 10 ore e ovviamente non di seguito. All’inizio si resiste grazie all’adrenalina, ma quando l’effetto svanisce arriva il conto da pagare. Il corpo deve riposare e lo comunica in maniera univoca facendoti appisolare dovunque o mettendoti di malumore.

Fortunatamente io e Carolien abbiamo un ottimo dialogo. Parliamo di tutto, da sempre. Anche in questo caso non siamo stati da meno. Ci siamo messi d’accordo fare i “turni” di notte per consentire all’altro di riposare.

Fare ciò ci ha consentito di riprenderci fisicamente, ma soprattutto ci ha fatto sentire ancora più uniti e complici. Una bellissima sensazione.

Alexander dorme bene la notte. Ha già un suo ritmo per cui si sveglia ogni 3 ore, a volte anche 4. Questo vuol dire che in una notte dobbiamo alzarci 2 volte e che in una delle due tranches possiamo dormire ben…4 ore di fila!

Ogni seduta dura in media 45 minuti, a volte di più. Se calcoli il tempo per tornare di sopra, metterlo a letto sperando che non si svegli di nuovo, metterti a letto e riprendere sonno, ecco che è passata almeno un’altra mezz’ora.

Svegliarsi riposati, con le belle 8 ore del passato, è un ricordo di una vita che per ora non esiste più.

Come tutte le cose, ci si abitua anche relativamente subito. Ciò che comunque noto è che l’efficienza del mio corpo è diminuita. Fare sport diventa più pesante, ho bisogno di più tempo per riprendermi dopo l’allenamento.

Una delle sfide più grandi nella mia vita da neo papà, è dover accettare che non posso risolvere sempre la situazione. Ci sono dei momenti in cui il pianto continua anche dopo aver escluso tutte le possibili cause.

Per non parlare del timing non ideale. Immagina una bella passeggiata nel verde, di sera, mentre il sole scende pigro e un vento fresco ci risolleva dopo una giornata molto calda. Il suono degli uccelli, lo stormire delle foglie e…

Un pianto inconsolabile, inarrestabile.

Le scoperte personali

L’errore più grande che un neopapà potrebbe fare, è continuare ad aspettarsi le stesse possibilità della vita precedente. Come dice qualcuno ben più saggio di me “Il dolore non viene dal cambiamento, ma dalla resistenza al cambiamento stesso”.

La cosa più sana (e giusta!) da fare, è accettare il prima possibile che per un periodo di tempo la lista delle priorità deve essere rivista e aggiornata. Dovrai parcheggiare qualche hobby, rinunciare a più uscite. Accordarti con il tuo partner per poter dormire un po’ di piu la mattina o riposare nel pomeriggio.

Mai come in questo momento mi sento legato a mia moglie. Affrontiamo tutto insieme, condividiamo gioie e momenti difficili in cui non sappiamo cosa fare. Ci consoliamo quando siamo stanchi e siamo sempre pronti a correre quando l’altro ha bisogno di qualsiasi tipo di aiuto.

Io l’amore di due genitori me lo immaginavo proprio così. Due adulti che fanno del loro meglio in una situazione completamente nuova e con un altissimo coefficiente di difficoltà.

È allora che ripenso ai miei genitori. Provo ad immaginarmeli nei primi momenti della mia vita, mentre spaventati e innamorati mi tenevano in braccio per le prime volte. Mentre spaesati non sapevano più cosa fare per calmare il mio pianto. Provo ad immaginarmi i loro sguardi stanchi ma pieni di amore che mi cullano, sperando che mi addormenti per provare a riposare.

Il cuore mi si stringe, la nostalgia si fa sentire.

A proposito di riordinare le priorità: ho preso l’abitudine di leggere mentre allatto Alexander. Una poppata dura in media 15 minuti, più altri 15 per far scendere tutto il latte. Prima di iniziare la poppata, apro l’app Kindle sull’iPad per poter leggere durante l’allattamento. Anche di notte. Anzi, di notte mi piace ancora di più. In questo primo mese ho letto già due libri e no ho iniziato un terzo.

Mi piace leggere con l’app Kindle per la facilità con cui posso evidenziare tratti del libro e appuntare idee o commenti. Questi estratti li esporto su un altro programma dove sto creando il mio…secondo cervello.

In breve: registro tutte le idee, informazioni, commenti o epifanie presi da qualsiasi fonte (libri, podcast, video, camminate e quant’altro) e creo una struttura basata sul metodo Zettelkasten. Ogni nota rimanda ad altre note che gli somigliano e note consigliate per procedere nella ricerca.

È un processo interessantissimo, sul quale scriverò un post a breve.

Mi piace pensare che sto lavorando ad un progetto che fra non so quanti anni sarà diventata una ricchezza per me, ma soprattutto per Alexander. A tempo debito, potrò passargli letteralmente tutta la mia conoscenza.

Consigli per i neo papà

A questo punto dovrei dare dei consigli. Provo a ripercorrere i momenti più critici di questo mese appena passato per isolarne i punti di interesse:

  • Pannolini e salviette umidificate sembreranno evaporare come neve al sole. Assicurati di avere una scorta (oltre la scorta) in ogni postazione di cambio e nella borsa della carrozzina.
  • Informati per tempo su come smaltire i pannolini. Qui nei Paesi Bassi ci sono dei container in determinati punti della città dove vengono raccolti.
  • Assicurati di creare una routine efficace per lavare biberon e misurini di cui avrai bisogno. Noi abbiamo trovato un equilibrio con 3 biberon diversi. Possiamo fare due sedute avendo ancora un biberon pulito di riserva, qualora non riuscissimo a lavare tutto prima. Una delle cose che non vuoi è doverti trovare a lavare biberon e misurini con tuo figlio/a che urla come se non ci fosse un domani.
  • Il bucato richiede anche una routine efficace. Il rischio è di ritrovarti di colpo senza vestitini puliti e questo succede sempre quando ne hai bisogno.
  • Ottimizza il sistema: prepara in anticipo ciò di cui avrai bisogno nella prossima poppata. Noi ad esempio lasciamo un biberon pulito, una tazza con l’acqua necessaria (lasciata direttamente nel microonde dove la scalderemo), il barattolo del latte in polvere, un cucchiaino per poterlo mescolare e poi acqua nel bollitore elettrico e una tazza più grande vuota per poter scaldare il latte materno a bagno maria. In questo modo, quando ci alziamo riusciamo a preparare la poppata senza lo stress di dover cercare o peggio ancora pulire le cose.
  • Leggi libri o articoli sulla psicologia dei neonati. Capire come funziona il loro mondo aiuta a reindirizzare le proprie reazioni.
  • Sapevi che tutti i bambini del mondo parlano la stessa lingua? Emettono suoni diversi per bisogni diversi. Guarda questo video sul Dunstan Baby Language per impararla.
  • Quando metti un pannolino nuovo, fai un risvolto verso l’interno sulla schiena. Aiuta a prevenire fuoriuscite di…chiaro no?
  • Non sottovalutare la privazione del sonno. Ascolta bene il tuo corpo e accordati con il tuo partner per poter dormire qualche ora in più.
  • Non interrompere mai la comunicazione con il tuo partner. Anche – e soprattutto – quando sembra la cosa più difficile da fare. State facendo entrambi del vostro meglio e discutere non aiuterebbe nessuno. Analizzare insieme le cose che vi irritano è un modo perfetto per elevare il vostro rapporto ad un livello superiore.

Conclusioni

Sono neopapà da appena un mese e non ricordo più come fosse la mia vita precedente. Mi sembra quasi di essere padre da sempre, nonostante debba ancora affrontare ed imparare praticamente tutto.

Sentirmi padre mi consente di vivere questo processo con profondità e consapevolezza, permettendomi di imparare e migliorarmi ogni giorno di più. Voglio diventare la versione migliore di me stesso, per essere in grado di accompagnare mio figlio e mia moglie in questo viaggio spettacolare che abbiamo il privilegio di fare.

Tutte le sfide che posso affrontare da neopapà non batterebbero mai la profonda felicità che mi da vedere mio figlio sorridermi. Anche se venissero tutte insieme, troverei sempre in quel sorriso sdentato la forza necessaria per rialzare la testa e la guardia.

Ci sono delle scelte di base che pongono in essere determinati sistemi. A seconda di come questi vengono impostati, porteranno risultati più o meno positivi.

Io ho scelto di investire su me stesso come padre per poter essere sempre la migliore versione di me stesso. Questo è il dono supremo che posso e voglio fare a mio figlio e mia moglie.