Qual è la differenza tra FOMO e JOMO? In questo articolo spiego cosa sono e cosa puoi fare per passare dall’una all’altra.
Vediamo se indovino:
Sei a casa. È venerdì e la giornata è stata abbastanza lunga. Decidi di ordinare una pizza. Scegli un film da guardare dopo cena mentre ti rilassi con un po’ di musica.
Arriva la pizza, la tua preferita. Ti siedi a tavola, dove ti aspetta una birra ghiacciata. Ti gusti tutto nella lentezza della sera che avanza. Ti senti coccolato nel calore della tua casa.
Getti via il cartone della pizza, finisci la birra e metti via la bottiglia. Il divano ti guarda trepidante mentre ti avvicini. Sembra porgerti il telecomando. Ti siedi.
Pling
Una notifica accende lo schermo del telefono sul tavolino di fronte a te. Clicchi sulla notifica mentre ti lasci cadere sul divano.
Boom.
I tuoi amici sono a quella festa di cui parlavano qualche settimana fa. Ci sono proprio tutti. Manchi solo tu praticamente.
Poggi il telecomando e prendi il telefono con entrambe le mani. Ora vuoi scorrere tutte le stories che vedi. “Ma pensa te, c’è anche lei! E questa poi, sono andati proprio in quel locale che mi piace tanto”. Il battito cardiaco aumenta. Ti ritrovi a seguire tutti i tags e gli hashtags che vengono usati. Ti guardi intorno e ti senti completamente fuori posto. Tutto intorno a te ti sembra stupido ed inutile. Ti senti nervoso.
Butti il telefono sul divano e provi a guardare il film che avevi scelto. Dopo pochi minuti decidi di stopparlo. Non riesci a seguirlo e non ti piace più come credevi. Vorresti fare qualcosa ma non sai cosa.
Riprendi il telefono in mano e torni sui social per vedere se ci sono nuove stories. Ne trovi un paio. Di nuovo quel senso di inadeguatezza.
Valuti per un attimo di telefonare a uno dei tuoi amici e dirgli che li vuoi raggiungere. Ci ripensi e decidi di lasciar stare. Ti dondoli su questa altalena diverse volte, prima di abbandonarla.
La notte ormai è arrivata, tu non hai fatto nulla di ciò che ti eri ripromesso e vai a letto preoccupato di essere tagliato fuori. I tuoi amici si divertono tanto senza di te. Forse non sei così importante come credevi. Forse la tua compagnia non è necessaria. La tua vita è noiosa. Ti senti inadeguato. Fuori posto. Solo.
Hai appena avuto un attacco di FOMO.
Che cos’è la FOMO
L’acronimo FOMO sta per Fear Of Missing Out. L’espressione è stata usata per la prima volta da Patrick McGinnis in un articolo per la Harvard Business Review, dove racconta l’incredibile quantità di impegni che lui e i compagni di corso si prendevano per paura di perdersi qualcosa di importante.
Questo disturbo, che rientra appieno nei disturbi legati all’ansia, è basato su due elementi: il bisogno di sentirsi parte di un gruppo e l’utilizzo sregolato dei social network.
L’uomo è un animale sociale, l’abbiamo sentito tante volte. Abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo. Grazie ai social network il nostro mondo è diventato più piccolo. Il rovescio della medaglia, è che il nostro “gruppo” di riferimento è diventato molto più grande.
Essere in costante contatto con tutto e tutti porta lentamente ma inesorabilmente a perdere il contatto con la realtà, dando l’illusione di avere troppe possibilità di scelta rispetto all’effettivo tempo libero. Scegliere cosa fare diventa difficile. Stabilire come impiegare un paio di ore libere diventa stressante.
La dottoressa Donata Pratesi, psichiatra del Centro Disturbi dell’Umore spiega:
“Se ci sono tante opzioni di scelta, questo può portare alla percezione che le esperienze che stanno vivendo altre persone siano migliori e più interessanti. L’individuo perde il senso della realtà e si basa sull’interpretazione dei post dei social network”
Ci ritroviamo costantemente insoddisfatti. A compensazione, tendiamo ad utilizzare i social network ancora di più. Il circolo vizioso è partito e si autoalimenta perfettamente.
Ma cosa succede precisamente nel nostro cervello, quando non riusciamo a resistere all’impulso di prendere il telefono e aprire le solite app?
FOMO e dopamina
La dopamina è un neurotrasmettitore rilasciato dal cervello responsabile, tra le altre cose, delle sensazioni di piacere e ricompensa che proviamo in determinate circostanze.
Quando facciamo questo tipo di esperienze, il cervello prende nota di tutti i fattori che le hanno rese possibili per poterle ricreare al bisogno.
Perché c’è un problema: la dopamina dà assuefazione.
I social network sono dei dispensatori di dopamine shots per eccellenza. Gli algoritmi e alcune impostazioni delle app più famose giocano proprio sull’assuefazione. Alzi la mano chi, dopo aver postato una foto, un video o una storia, non apra l’app dopo qualche minuto per controllare quanti likes ci sono già (dai non fare il figo, l’hai fatto anche tu). Bene, alcune app sono impostate per ritardare le notifiche dei primi likes, per farti tornare più spesso nella speranza che nel frattempo tu cada nel rabbit hole dell’algoritmo.
Questi shots di dopamina diventano il modo in cui guardi alla tua vita. Identifichi la validità di ciò che fai con il numero di interazioni che questo riceve. Allo stesso tempo, è un modo per tenere sotto controllo le attività del gruppo.
Secondo la dottoressa Pratesi, è proprio il tentativo di sentirsi parte del gruppo che porta ad un sovra utilizzo dei social.
Se stai pensando “Beh basterebbe diminuire l’utilizzo dei social”, devo deluderti. L’astinenza dalla dopamina inibisce la corteccia prefrontale, la parte del cervello che di solito regola i nostri impulsi. Ecco perché mettere via il telefono, cancellare l’app o l’account può dare un senso di smarrimento.
È tutto molto più complesso di quanto pensavi, vero?
Disturbi legati alla FOMO
I disturbi legati alla FOMO possono essere gravi e invalidanti. Non devono essere sottovalutati. Tra i più ricorrenti troviamo:
– Dipendenza dallo smartphone
– Controllo ossessivo delle notifiche, anche quando non ce ne sono
– Stati d’ansia
– Stati depressivi
– Difficoltà a concentrarsi
– Procrastinazione
– Tachicardia
– Insicurezza
– Percezione più bassa della qualità della vita
Un’esposizione prolungata a questi sintomi può renderli strutturali e quindi più difficili da curare.
A questo punto ti starai chiedendo “Ok, ma quindi che posso fare?”
Vediamolo insieme.
Come combattere la FOMO
Ho una buona e una cattiva notizia. Iniziamo dalla buona: è possibile curare la FOMO. La cattiva: ti servirà molta forza di volontà. Questo può essere un problema in caso di alto livello di FOMO. Come dicevo prima, l’astinenza da dopamina blocca l’attività della corteccia prefrontale, che è la parte del cervello che ci permette di prendere decisioni.
In questo caso, il consiglio è sempre di consultare un esperto.
Kieran Setiya, professore di filosofia al Massachusetts Institute of Technology propone una prospettiva tanto interessante quanto logica: per natura le possibilità a nostra disposizione sono infinite. Come negli scacchi, ogni nostra scelta genera milioni di possibili scenari. Anche se fossimo immortali, non riusciremmo comunque a viverli tutti.
“La tua biografia deve avere una certa forma per distinguersi dalle altre”
Per combattere la FOMO, dobbiamo spostare l’attenzione sulla nostra realtà. Ho dei consigli pratici per farlo:
– Tieni un diario. Il journaling è un’attività dalle mille risorse, ne gioverai tantissimo. Abituarti a riflettere e verbalizzare i tuoi stati d’animo ti aiuterà a tenerli sotto controllo (leggi questo articolo per saperne di più). Inizia anche ad annotare le cose che effettivamente hai. Quante cose hai la possibilità e il privilegio di fare.
Oltre a tenere un diario, ho deciso di tenere un blog sulla mia esperienza da neopapà. Mi sono riproposto di scrivere ogni giorno su una cosa – ed una soltanto – che ci è successa. Dopo 30 giorni, il mio modo di guardare alla vita è completamente cambiato.
– Medita. Non pensare ai guru buddisti, o a rituali complicati. Puoi praticare la consapevolezza del respiro e il body scan comodamente seduto sul divano, o sulla tua panchina preferita. Io amo praticarla subito dopo essermi svegliato e prima del journaling. Mi aiuta a prendere contatto con la realtà tangibile.
– Fai attività all’aperto. Io mi sono appassionato al Triathlon. Dovendo allenare tre discipline, ero fuori casa 3 o 4 volte alla settimana. Gli sport di resistenza hanno molto in comune con la meditazione. In entrambi i casi puoi raggiungere un contatto con te stesso impossibile nella vita di tutti i giorni. Molto utile per riappropriarsi del proprio corpo.
– Usa le app in versione browser. Non installare le app dei social. Se lo hai già fatto, cancellale. Le app sono ottimizzate per l’UX (user experience), studiate per tenerti il più possibile online. Usandole dal browser sarai meno stimolato al mindless scrolling.
– Imposta un timer per l’utilizzo del telefono. l’iPhone facilita questo tipo di rimedi. Io ad esempio ho impostato un blocco di tutte le app tra le 21 e le 07 del mattino. In quella fascia oraria ho accesso solo alle funzioni base del telefono.
Allo stesso modo, puoi impostare un limite per l’utilizzo di determinate app, anche nella versione browser.
– Leggi (o ascolta) libri. Ho fatto un patto con me stesso: ho installato l’app Kindle (e Kobo, l’omologo olandese). Ogni volta che sento l’impulso immotivato di andare sui social, apro l’app e leggo fino a che resisto. Quel tempo che avrei perso nel rabbit hole di Instagram o Facebook, l’ho impiegato per leggere un libro. Game changing dicono quelli fighi. Ma è proprio così. Dobbiamo imparare ad essere gelosi degli impulsi che lasciamo entrare nel nostro cervello.
JOMO invece di FOMO
Impostare queste attività nella tua routine quotidiana, vorrà dire ripristinare la percezione della realtà.
Il telefono non sarà più il centro della tua vita sociale, ma un semplice strumento che userai se e quando vorrai. Non sarà più interessante. La tua vita ora è piena di bellezza, di virtù direbbero i saggi, e non c’è più spazio per le cose effimere.
Non c’è altro posto in cui vorresti essere. Non vorresti fare altro che ciò che stai facendo (o non facendo). Non desideri altra compagnia di quella che hai.
CONGRATULAZIONI!
Hai appena provato la JOMO, Joy Of Missing Out.