Gennaio 24, 2022 morenomaugliani

Journaling: una guida per principianti

Questa è una guida sul journaling per principianti. Qui troverai nomi, suggerimenti e trucchi su come iniziare una nuova e splendida abitudine.

Oscar Wilde, la regina Vittoria, Benjamin Franklin, Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau, Victoria Woolf, Franz Kafka, Marcus Aurelius, Eugène Delacroix, Winston Churchill, Leonardo Da Vinci, Ludwig van Beethoven, Ernest Hemingway. Cosa hanno in comune queste persone straordinarie? Non solo il talento e la bellezza che hanno donato al mondo, ma una semplice abitudine.

Tenere un diario. Sì, hai capito bene. Tutte queste persone trovavano il tempo per scrivere idee, pensieri, riflessioni, in alcuni casi più volte al giorno.

In questo articolo imparerai cos’è il journaling e come potresti usarlo per migliorare la tua vita.

I. Un po’ di storia

La parola journal deriva dal tardo medio inglese, che a sua volta deriva dal francese antico jurnal, dal tardo latino diurnalis: appartenente al giorno.
L’uso primordiale di un diario era infatti la registrazione di attività o dati quotidiani, che altrimenti erano difficili da tracciare o memorizzare.
Con il passare del tempo, si iniziarono a registrare non solo attività e dati, ma anche pensieri, idee e riflessioni.
Charles Darwin iniziò il suo diario all’età di 29 anni. La prima cosa che fece fu scrivere tutto ciò che ricordava della sua vita fino a quel momento.
Thomas Edison ha registrato dettagli sulla sua vita quotidiana, anche alcuni che potrebbero sembrare insignificanti (l’acquisto di caramelle in un negozio di dolci, per esempio). Allo stesso tempo, registrava e faceva brainstorming sulle sue idee.
Mark Twain aveva una sezione nel suo diario in cui scriveva barzellette sporche.
Beethoven annotava tutto ciò che avrebbe voluto dire in una conversazione passata. Portava sempre con sé il diario, anche quando era fuori a bere. Nel caso fosse colpito da una buona idea, la buttava giù con poche parole per poterci lavorare in seguito.
Benjamin Franklin ha usato il suo diario per tenere traccia dei suoi progressi.
Marco Aurelio iniziava la giornata con una riflessione per descrivere come sarebbe la sua giornata.
Seneca scriveva sul diario la sera, riflettendo su come è andata la giornata e cosa sarebbe potuto andare meglio.

II. Journaling per principianti: come utilizzarlo

Come vedi, ci sono un sacco di usi diversi che potresti fare, ma tutti indicano la stessa direzione: la chiarezza.
Mettere su carta pensieri ed emozioni provati in un determinato momento, li rende chiari e visibili. La nuvola di sentimenti (spesso anche distruttivi) che essi portano con sé svanisce a contatto con la lucidità con la quale li verbalizzi.

Come riportato da The Daily Stoic, Eugène Delacroix lo ha descritto in modo molto esplicito:

“La mia mente è continuamente occupata in inutili complotti… Mi bruciano e sprecano la mia mente. Il nemico è entro le mie porte.”

E ancora:

“Riprenderò il mio diario dopo una lunga pausa. Penso che possa essere un modo per calmare questa eccitazione nervosa che mi preoccupa da così tanto tempo”.

La maggior parte delle persone è intimidita dal tenere un diario per diversi motivi. Alcuni pensano che mostri debolezza, nel contesto di una società che ti vuole sempre forte e senza difetti. La verità non è mai stata così lontana dalla realtà. Chiunque, anche la persona più fredda o dura sulla terra, ha i suoi momenti di debolezza, difficoltà, paura e incertezza. Semplicemente perché fa parte dell’essere umano.

Il più grande vantaggio che otterresti iniziando a tenere un diario sarebbe diventare consapevole di come appare il tuo lato nascosto. Potrebbe essere come aprire il vaso di Pandora, è vero. Ma la verità è che ognuno di noi è già più o meno succube del proprio lato inconscio. Ognuno di noi trova il suo modo per convivere con gli elementi che ne fuoriescono. Qualcuno sceglie lo sport, qualcun altro l’uso di droghe o alcol. Alcuni si rifugiano nella violenza e aggressività. Altri sono in perenne ricerca di distrazioni per tenere occupata la mente.

Altri – e potresti diventare uno di questi – affrontano il problema analizzandolo il più da vicino possibile.

Come ho detto prima, scrivendo pensieri ed emozioni diventano tangibili. Le difficoltà che si possono riscontrare all’inizio (vergogna, paura, superficialità) svaniscono già dopo qualche pagina. Come mai? Perché riduci ogni evento, sentimento o idea ai minimi termini, osservandoli forse per la prima volta per ciò che in realtà sono. Spesso realizzi che il 99% di ciò che ti ha torturato in realtà… non esiste. O che le paure o i sentimenti che temevi possono essere scomposti in un modo che li rende più facili da assimilare.

John Dewey lo spiega molto meglio di me:

“Non impariamo dall’esperienza, impariamo riflettendo sull’esperienza”

Registrando costantemente i pensieri ricorrenti che hai, la tua mente fa una chiara distinzione tra ciò che è reale e ciò che è solo proiezione, anticipazione.

Alcune persone sono intimidite perché tenere un diario potrebbe sembrare un compito pesante da portare avanti. Finora, sappiamo che ci sono diversi motivi per tenere un diario. Inoltre, ci sono diverse tecniche e suggerimenti per farlo.

III. Da dove cominciare

Come per molte altre cose: inizia con poco.Perché pensare che il journaling riempia dozzine di pagine bianche? Puoi iniziare con 1 riga al giorno, in cui annoti cosa ti ha colpito o cosa devi fare.
Potresti tenere traccia di qualcosa, che si tratti dei tuoi allenamenti, della tua dieta, dei libri che leggi.
Potresti rivedere la giornata, riportando cosa è successo, cosa hai fatto e cosa avresti potuto fare diversamente.
Potresti impostare un timer. Ad esempio, 5 minuti al giorno. Non importa cosa, hai cinque minuti per scrivere nel diario.
Come variazione, puoi impostare un timer e annotare il tuo flusso di coscienza. Scrivi tutto ciò che in quel lasso di tempo passa per tua testa. Non preoccuparti degli errori, nessun altro dovrà leggerlo.
Potresti scrivere 3 cose per cui sei grato. Non potresti mai immaginare quanto possa essere potente un diario della gratitudine.

IV. Ogni quanto?

Una parte importante della creazione di una nuova abitudine è ovviamente la costanza. Ripetendo un’azione più volte ne ottimizzi il processo e quindi i risultati. Vale anche per il journaling, ma non è inciso nella pietra. Puoi anche sederti e scrivere una volta in un paio di giorni, o una volta alla settimana se vuoi avere più costanza. Tra le soft skills che imparerai, come già intuisci, ci sarà sicuramente l’autodisciplina.

In fin un diario è uno strumento. Ognuno lo usa nel miglior modo possibile.

Sperimenta e trova il tuo.

V. Cosa utilizzare

Anche in questo caso, non c’è assolutamente uno strumento che funziona meglio di un altro. Sta a te trovare quello che si addice di più al tuo stile di vita e che ti permette trascrivere le tue idee in maniera naturale. Un foglio di carta bianco? Un quaderno? E perché non un’app?

Di seguito ho raccolto un po’ di idee, vedi se c’è qualcosa che fa al caso tuo:

Conclusioni

Il journaling è uno degli strumenti più potenti che possiamo utilizzare per liberare la mente, migliorando la nostra salute e la nostra produttività. Molte menti illuminate avevano questa abitudine e la usavano in diversi modi.

Iniziare è più facile di quanto pensi. Sbarazzati dell’idea che dovresti riempire dozzine di pagine. Tutto può e deve essere adattato alle tue esigenze e ai tuoi obiettivi.
Nessun altro lo leggerà, quindi sii gentile con te stesso e non preoccuparti troppo degli errori, della grammatica o della forma. Se ci tieni davvero, sarà comunque un modo infallibile per migliorarti.

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La Matrice di Eisenhower