Stamattina dopo aver accudito Alexander sono andato in biblioteca per lavorare. Mi piace l’ambiente e hanno un caffè buonissimo.
Per unire l’utile al dilettevole, ho proposto a Carolien di pranzare insieme al ristorante dove andiamo sempre volentieri.
Io sarei andato prima con la bici, lei sarebbe venuta in macchina con Alexander alle 12:30.
È stata una mattinata molto produttiva, coronata dal pranzetto delizioso tutti e tre insieme. Ci hanno servito quasi subito. Ho mangiato velocemente mentre Carolien dava il biberon ad Alexander. Poi le ho dato il cambio.
«Hai dei giri da fare?» le ho chiesto dopo pranzo.
«Si, dovrei prendere delle cose per casa e per me»
«Sai che facciamo? Io mi prendo Alexander e la macchina. Goditi il pomeriggio senza pensieri e quando hai fatto torni con la mia bicicletta»
Quando penso al lavoro di squadra, penso a noi.
Ci siamo divisi e io mi sono diretto verso il parcheggio. A metà strada ho cambiato idea. “Ma perché andare direttamente a casa?”
Ho guardato Alexander nella carrozzina e ho sentito per la prima volta in vita mia la felicità e l’entusiasmo di fare qualcosa insieme a mio figlio. Si, semplicemente padre e figlio.
È chiaro che lui non si ricorderà di questa giornata. Perlomeno non attivamente. Questo blog diventa quindi ancora più importante, quando lo leggerà un giorno.
Mi sono sentito il re del mondo, pieno di orgoglio. Io avevo mio figlio nella carrozzina e noi passeggiavamo insieme per la città.
Un giro nella libreria, poi per le stradine del centro. Ho camminato piano, godendomi ogni singolo passo. Ho apprezzato di nuovo l’importanza della lentezza.
Mi sono sorpreso più volte a fantasticare su come sarà fra qualche anno. Ci ho visti tutti e tre sulle bici da corsa, pronti per un giro. Tornare a casa dopo una bella nuotata. Accorgermi del suo corpo che cambia, diventando sempre più quello di un uomo. Vederlo addormentato in macchina, di ritorno da una bella vacanza.
Quindi provavo ad immaginarmi che voce avrà. Quali interessi avrà e quali passioni vorrà coltivare. Quali studi vorrà fare.
Lo guardo dormire spensierato nella carrozzina e lascio andare questi pensieri. Ripenso alla cassetta degli attrezzi di ieri.
Queste sono le piccole cose di cui tutti parlano. Quelle che non registriamo perché non sono appariscenti. Non fanno clamore. Sono le stesse che ti mancheranno quando ti renderai conto che il passato è passato e tu eri occupato a fare qualcos’altro.
Non voglio mai dovermi dire “Ma quando è passato tutto questo tempo?” guardando mio figlio cresciuto. No.
Io il Tempo me lo voglio vivere.