Il giorno dei primi vaccini è arrivato anche per Alexander. Qui nei Paesi Bassi (non so come funziona in Italia) i primi vaccini si fanno al terzo mese. Ha avuto due punture con vaccini contro:
– Difterite
– Pertosse
– Tetano
– Epatite B
– Poliomelite
– Pneumococco
Un bel cocktail direi.
L’appuntamento è alle 09:55. Bisogna arrivare un po’ prima per controllare peso e lunghezza. Troviamo posto davanti all’entrata e ci dirigiamo verso lo studio. Alexander ha avuto una notte inquieta e abbiamo dormito male. Siamo entrambi nervosi.
Poggio il maxi-cosi su un tavolino. Carolien mette Alexander sul cuscino per togliergli i vestiti. Lui è curioso come al solito. Si guarda intorno molto attento, senza tralasciare le sue mani. Queste sono diventate interessantissime. Le controlla sempre meglio.
Peso: 5585gr
Lunghezza: 58,1cm
In un mese è cresciuto di 900 grammi e 3,5 cm. I parametri sono perfettamente in linea con le curve di riferimento.
Entriamo dalla pediatra. Non l’avevamo ancora conosciuta. Alexander la accoglie con uno splendido sorriso sdentato. Mi sembra una donna molto diretta. Il suo sguardo passa da me a Carolien ad Alexander mentre beve rumorosamente il suo tè.
«Come va?» ci chiede puntandoci gli occhi addosso. So che lei sa. Lo sento.
«Intende con Alexander? Bene» dico. Non ho troppa voglia di parlare.
«Si ok, e in generale invece?» Il suo modo di essere diretta mi convince a vuotare il sacco.
«Siamo molto stanchi dottoressa. Alexander ha avuto una notte inquieta. Negli ultimi giorni piange più spesso. Crediamo sia entrato nel prossimo scatto cognitivo.»
Lei ci ascolta e risponde alle nostre domande. Ci da dei consigli utili su come gestire le poppate e le notti. L’unica domanda su cui glissa (così come praticamente tutti gli altri dottori) è sul lasciare piangere il bambino una volta messo nella culla. Ne “Il libro che vorresti i tuoi genitori avessero letto” Philippa Perry spiega come il lasciare piangere i neonati fino ai 6 mesi possa creare scompensi emotivi che esploderanno durante l’adolescenza o anche la vita adulta. Eppure amici e conoscenti ci dicono che non è un dramma lasciarlo piangere. “Certi bambini piangono fino ad addormentarsi.” Lo sentiamo anche dalla pediatra.
Il messaggio tra le righe è che bisogna provare e vedere cosa funziona al meglio per il proprio figlio.
La dottoressa si alza e inizia a visitare Alexander, che nel frattempo l’ha osservata curioso. Dopo qualche minuto, si risiede soddisfatta.
«Procedo con i vaccini» ci dice prendendo l’occorrente. Alexander continua ad osservarla mentre gioca con le sue mani. È sdraiato sul tavolo e io siedo dietro di lui. Carolien siede accanto a me.
La pediatra trasferisce il contenuto di due flaconi in due siringhe e le poggia sul tavolo. Prende un batuffolo di ovatta e una delle due siringhe. Senza troppi convenevoli disinfetta la parte superiore della coscia sinistra di Alexander e inserisce la siringa, svuotandola. Guardo Alexander. Reagisce dapprima curioso, come sempre. Poi arriva il dolore. Un urlo che ci ha stritolato lo stomaco. Non ha ripreso fiato per diversi secondi.
Senza perdere tempo e per niente impressionata dal pianto, la dottoressa ripete il processo sull’altra coscia.
Giusto il tempo di riprendere fiato per buttare un altro urlo.
Appena finito la dottoressa lo massaggia un po’ e ci dice di prenderlo in braccio. Carolien, molto intelligentemente, aveva preparato un biberon, visto che si avvicinava l’ora della poppata. Lo prendo in braccio e glielo do. L’effetto è immediato. Smette di piangere e si rilassa mentre svuota la bottiglia. I suoi occhi rossi e pieni di lacrime ci guardano. I nostri cuori si stringono.
Non potrò sempre evitare che ti facciano del male. Ma sarò sempre lì a sorreggerti.