Stamattina è iniziata…più tardi del previsto. Ieri avevo stabilito con Carolien che sarei andato a nuotare alle 8. Poi sarei andato in biblioteca a lavorare ad un articolo, per tornare verso l’ora di pranzo. Avremmo mangiato e poi Carolien sarebbe andata a pattinare.
Sono sceso alle 03:45 con Alexander, per risalire dopo un’ora abbondante. Non riuscivo a prendere sonno, quindi mi sono messo a leggere. Verso le 05:30 mi sono riaddormentato. Sveglia alle 06:30. Colazione verso le 7. In macchina alle 07:45. Questo era il piano.
Chiudo gli occhi e li riapro dopo un secondo. Sono le 09:50.
Fortunatamente c’era un altro turno dalle 11 in piscina. Carolien mi ha spinto ad andare sia a nuotare che in biblioteca. “Domani sarò io tutto il pomeriggio fuori, quindi è più che giusto che tu sia più libero oggi. Posso andare giovedì a pattinare” mi ha detto. Sono stato molto felice di sentire questa complicità.
Sto lavorando ad un articolo sulla FOMO, Fear of missing out. Durante le ricerche preliminari, ho potuto evidenziare dinamiche che ritrovo anche nella mia esperienza. Come ad esempio la difficoltà a rimanere nel momento presente.
Da quando sono a casa con Carolien e Alexander, ho avuto modo di riflettere parecchio sul mio rapporto con i social e il telefono. Lasciare tutto ciò che avevo costruito in Italia e ricominciare letteralmente da zero in un Paese sconosciuto con una lingua sconosciuta non è stata esattamente una passeggiata.
Anzi.
Ho avuto momenti in cui sono stato male, ho sofferto. Ho temuto di aver fatto la scelta sbagliata. La solitudine era un rumore di fondo che intaccava le mie giornate. I social media mi sembravano l’unica maniera per rimanere in contatto con un mondo che conoscevo bene, ma che non frequentavo più.
Mai scelta fu più sbagliata. E dannosa.
Oggi ho modificato drasticamente il mio rapporto con i social ed il telefono e questo mi permette di essere più presente nel tempo che passiamo insieme. Succedono così tante cose ogni giorno! Cose che al momento ci sembrano insignificanti. Le stesse cose che rimpiangeremo tra 10, 20 o 30 anni. Cose che vorremmo aver vissuto diversamente.
Ecco, io ho deciso di prendere un’altra strada. Non voglio fare più quell’errore.
D’ora in avanti avrò paura di perdermi i momenti possibili con la mia famiglia. Questa sarà l’unica FOMO da cui non vorrò mai guarire.