Oggi siamo andati a pranzo fuori. Io sono uscito un paio d’ore prima per andare a scrivere in biblioteca. Carolien e Alexander mi hanno raggiunto intorno alle 13:30. Abbiamo mangiato un ottimo carpaccio. Sicuramente da rifare. Il posto era molto bello, cucina aperta e personale giovane. Qualità del cibo veramente ottima.
Sin dalle prime settimane siamo usciti spesso con Alexander. Lo abbiamo portato a feste, pranzi e inaugurazioni. Vogliamo che si abitui a stare in mezzo alla gente e ai rumori. Oggi è stato bravissimo. Questa volta ci ha lasciato mangiare (di solito la pensa diversamente…) per poi prendere il biberon.
Dopo pranzo ci siamo fatti un giro per il centro, poi dopo un gelato da Talamini ci siamo divisi. Io sono andato a prendere la bici, Carolien e Alexander sono tornati alla macchina. Ero quasi arrivato a casa e vedo la chiamata di Carolien.
«C’è stato un incidente qui nel parcheggio, siamo ancora dentro. Alexander inizia a piangere.» Mi dice.
«Devo tornare indietro?» chiedo preoccupato.
«Non c’è bisogno. Qualcuno ha avuto la brillante idea di lasciare la macchina parcheggiata senza freno a mano e marcia inserita. La macchina si è sfrenata ed è andata a sbattere contro un’altra macchina parcheggiata. Ora stanno sgomberando.»
«Incredibile. E il proprietario della macchina?»
«Non c’è. Ora devo riattaccare, Alexander è ancora più arrabbiato.»
Quando sono arrivati a casa, Carolien mi ha raccontato che Alexander ha pianto per tutto il tragitto, dal garage a casa. Si è calmato solo quando sono rientrati a casa.
Resistere al pianto di un bambino richiede moltissima energia. Non bisogna sottovalutare la stanchezza che ne deriva. Questa, in combinazione con la stanchezza da privazione del sonno, può essere molto nociva per la salute dei genitori e quindi del bambino.
L’infermiera che è venuta ad aiutarci la prima settimana dopo la nascita ci ha spiegato che quando il bambino piange e non c’è modo di riuscire a calmarlo, è meglio darlo al partner oppure addirittura ai vicini, nonni o quant’altro. Qualora non fosse possibile, metterlo in un’altra stanza ed allontanarsi. Buona parte dei casi di shaken baby vengono proprio dal non seguire questo consiglio.
Come sempre, parlare ed aprirsi può aiutare a superare questi periodi. Non riuscire a calmare un bambino non vuol dire essere un cattivo genitore. Tutti i (neo) genitori hanno a che fare con crisi di pianto che sembrano infinite. Confrontarsi aiuta tutti.
Carolien è molto brava a chiudersi in una bolla e farsi scivolare addosso il pianto di Alexander. Io faccio del mio meglio per imparare da lei.