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Come utilizzare l’AI per imparare meglio – Strategie e metodi pratici

La leggenda di John Henry: la resistenza al cambiamento

John Henry era un operaio americano noto per la sua forza e dedizione. Quando la sua fabbrica introdusse per la prima volta una macchina a vapore per scavare gallerie ferroviarie, John la vide come una minaccia. Non poteva accettare che una macchina sostituisse l’uomo. Così lanciò una sfida: avrebbe lavorato più velocemente della macchina.

Vinse.

Ma morì di fatica.

Ogni grande innovazione incontra resistenza. La storia di John Henry non riguarda solo la forza fisica, ma la paura del cambiamento. Oggi, l’intelligenza artificiale suscita timori simili: ci sostituirà o ci aiuterà a essere migliori?

Io ho scelto di utilizzare l’AI per imparare meglio, sfruttandola come un’estensione del mio pensiero e delle mie capacità cognitive.

Come utilizzare l’AI per imparare meglio

Non uso l’AI per ottenere semplicemente risposte. La utilizzo per pensare meglio, approfondire concetti, testare la mia comprensione e sviluppare nuove idee. Ho sperimentato diversi modi per integrarla nel mio processo di apprendimento:

Memorizzazione attiva Uso l’AI per imparare poesie a memoria con un task giornaliero e analizzare i testi per comprenderne le sfumature.

Deep Reading Integro l’AI nelle mie letture per analizzare i classici e creare connessioni con altri autori e contesti.

Brainstorming e pensiero critico Creo mentori virtuali che mi pongono domande strategiche per stimolare la riflessione.

Deep Listening Uso l’AI per analizzare sinfonie e composizioni musicali, affinando il mio ascolto critico.

Testare la conoscenza Mi faccio interrogare dall’AI su ciò che studio per valutare la mia comprensione e consolidare le conoscenze.

Costruzione di connessioni tra concetti Chiedo all’AI di trovare collegamenti tra idee e discipline per creare una rete di apprendimento più profonda.

Di questi, tre metodi hanno avuto l’impatto maggiore sul mio percorso.

lista di modi per utilizzare AI per imparareI tre metodi che hanno trasformato il mio apprendimento

1. Memorizzazione attiva con l’AI

Da quando ho scoperto il mind palace e le tecniche di memorizzazione, ho iniziato a integrare ChatGPT per facilitare questa pratica. Ogni mattina alle 6, ricevo un estratto di una poesia da imparare a memoria. Dopo averla memorizzata, l’AI mi aiuta con un’analisi del contesto storico, delle figure retoriche e del significato dei versi.

Questa tecnica non solo mi permette di imparare le poesie, ma di capirle profondamente, consolidando la mia memoria senza sforzo eccessivo.

Leggi qui per saperne di più: L’arte della memoria: come ho riscoperto il potere di ricordare

2. Deep Reading: leggere per comprendere meglio

Negli ultimi anni, ho sentito il bisogno di rallentare la lettura e approfondire i classici. Ho iniziato con Il Conte di Montecristo, poi Anna Karenina, e ora sto leggendo Guerra e Pace.

Per questo ho creato un commonplace book, dove trascrivo a mano citazioni, riassunti e riflessioni. Ma per arricchire l’analisi, ho impostato un’AI “mentore letterario” che mi aiuta a esaminare ogni capitolo. Segue una metodologia precisa:

1.Prima lettura autonoma Annotazioni spontanee e impressioni personali.

2.Approfondimento con l’AI Analisi dello stile, riferimenti culturali e domande stimolanti per riflettere.

3.Sintesi e connessioni Costruzione di un archivio di concetti chiave nel mio “secondo cervello” in Obsidian.

Leggi qui come Leggere meglio con ChatGPT: crea il tuo assistente letterario

3. L’AI come sparring partner per il pensiero critico

Un altro metodo che ho sviluppato è l’uso di ChatGPT come mentore virtuale per il brainstorming e il pensiero critico. Creo “persone virtuali” con competenze specifiche (filosofo, scienziato, editor) e le istruisco a porre domande anziché darmi risposte dirette.

Esempi:

Pensiero critico: Uso la Tassonomia di Bloom per far sì che l’AI mi stimoli con domande sempre più profonde su un tema.

Scrittura e revisione: Simulo una sessione con un editor esperto per migliorare il mio stile e ricevere feedback personalizzati.

Questa metodologia sarà approfondita in un prossimo articolo, con esempi pratici su come trasformare l’AI in uno strumento per il ragionamento critico.

Conclusione: l’AI come amplificatore del pensiero

L’AI non deve sostituire il nostro pensiero, ma aiutarci a espanderlo. Se usata con metodo e intenzione, diventa un acceleratore di apprendimento, capace di migliorare la memoria, approfondire la lettura e stimolare la creatività.

Oltre ai metodi descritti, sto esplorando altre applicazioni dell’AI nell’apprendimento:

Deep Listening, per scoprire dettagli nascosti nelle composizioni musicali. Leggi qui come lo sto utilizzando.

Testare la conoscenza, per migliorare la capacità di ricordare e applicare ciò che apprendo.

Costruzione di connessioni tra concetti, per individuare relazioni inaspettate tra discipline diverse.

Nei prossimi articoli approfondirò ciascun metodo con esempi pratici e suggerimenti applicabili.

Leggi qui per sapere come ho organizzato il mio flusso di conoscenza? Leggi qui → Costruire un Secondo Cervello con Obsidian

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Mind Palace

L’arte della memoria: come ho riscoperto il potere di ricordare

È bello accorgersi di crescere quando ti scopri sempre a guardare al passato come fonte di saggezza e perfezione.

L’ultimo periodo è stato denso di accadimenti: la nascita di nostra figlia, il trasloco nella nostra nuova splendida casa. Tante cose che non hanno intaccato minimamente la mia disciplina e il mio interesse nel mantenere una routine di studi e di scrittura. Al contrario anzi, mantenere la mia routine di studi in una fase di cambiamento mi ha aiutato a rimanere centrato.

Ma ogni novità smuove l’equilibrio creato, creandone uno nuovo.

Guardare al passato mi ha sempre dato risposte. È stato così con la lettura, la scrittura, e più di recente con qualcosa che non avrei mai pensato di rivalutare: la Memoria.

Memoria: da abilità inutile a strumento di trasformazione

Ho passato tanti anni a disprezzare o meglio sottovalutare la memoria. Come se fosse una cosa da vecchi, inutile. Eppure dovrei saperlo che la crescita e l’evoluzione seguono traiettorie molto larghe. Ti illudi di essere su una strada dritta, mentre stai facendo una curva impercettibile. Di colpo ti ritroverai in un punto diverso da quanto ti aspettavi e crederai che sia stato un caso che tu ci sia arrivato.

Vivere all’estero per tanti anni mi ha sbattuto in faccia la dura realtà del non praticare più sistematicamente la mia lingua madre. Intendiamoci, parlo ogni giorno con la mia famiglia, ma per il resto della giornata e della vita sono impegnato con un altro idioma. Il risultato è che troppo spesso le parole in italiano mi sfuggono, penso in olandese (a volte in inglese) e spesso mi sorprendo ad utilizzare una sintassi olandese quando parlo italiano.

Per uno appassionato della lingua e del potere delle parole come me, questo è difficile da accettare. Ho sempre creduto che il livello di ciò che pensiamo e produciamo sia direttamente proporzionale alla qualità di ciò che consumiamo. Per questo ho eliminato il superfluo e ho alzato il livello degli input: letture migliori, musica migliore, conversazioni migliori. E quale miglior modo per tornare in contatto con la mia lingua, se non memorizzandone i capolavori?

Ma ho scoperto molto di più.

Il mind palace: la mia prima esperienza con l’arte della memoria

Ho iniziato cercando materiale online per saperne di più e muovere i primi passi. Più veloce di quanto mi aspettassi mi sono ritrovato a leggere diversi libri sull’argomento.

Il primo punto di contatto con l’Arte della Memorizzazione è stato il concetto di Mind Palace.

Il mind palace è una pratica molto antica, la cui creazione è attribuita a Simonide di Ceo, nel V secolo a.C. Si narra che, durante un pranzo presso la villa di un nobile si trovasse per caso fuori dalla casa, quando questa crollò uccidendo tutti sul colpo. Simonide fu l’unico in grado di identificare i corpi potendo ricostruire chi fossero in base a dove fossero seduti. Questo lo portò ad una realizzazione tanto semplice quanto potente: la memoria lavora benissimo quando si combinano luoghi fisici con immagini mentali.

Il “Metodo dei Loci” era appena stato formulato.

Ricerche scientifiche successive hanno spiegato l’infallibilità di questo approccio tramite la cooperazione della memoria spaziale – molto cara ai mammiferi – e il potere evocativo delle immagini mentali. Questo era più che sufficiente per me per convincermi a provare.

Come ho costruito il mio primo palazzo mentale

Ho costruito il primo palazzo mentale seguendo questi suggerimenti:

  • Scegli un posto che conosci molto bene. Può essere una casa, ma anche uno spazio aperto. Non deve esserci nessuna difficoltà o frizione nel percorrerlo mentalmente.
  • Identifica delle “stazioni”, dei punti di interesse cioè, che utilizzerai come ancore. Le possibilità sono moltissime e diverse. Secondo un approccio, puoi concentrarti su una stanza. Immagina una stanza quadrata. Hai già 4 angoli + 4 pareti + 1 centro = 9 stazioni in una stanza sola.

Secondo l’altro approccio (che è quello che ho seguito io) puoi isolare le diverse stazioni in un percorso attraverso più stanze. Il mio percorso l’ho tracciato nel primo piano di casa, dalla porta d’ingresso alla cucina, passando per il salone. Queste erano le stazioni:

  1. Porta d’ingresso;
  2. Bagno degli ospiti;
  3. Scale al piano di sopra;
  4. Ripostiglio;
  5. Porta del soggiorno;
  6. Camino;
  7. Frigorifero;
  8. Isola;
  9. Fornelli;
  10. Tavolo;
  • Il passo successivo da fare è quello di associare le cose da memorizzare ad ognuno di questi luoghi. Ricorda Simonide: questo metodo funziona perfettamente se associamo delle immagini forti ed evocative alle parole o ai concetti.

Per provare ho generato 10 parole random, senza legame tra loro. Le ho associate in ordine ad ognuna delle dieci stazioni. Per ogni stazione ho generato delle immagini evocative, paradossali. Qualsiasi cosa in grado di colpire la mia fantasia. La prima parola era “Sole”. Ho immaginato un sole caldissimo che batte sulla porta d’ingresso. La seconda era “bicicletta”. Ho visualizzato una bicicletta grandissima che non entra nel bagno degli ospiti. La terza era “orologio”. Ho visualizzato un orologio grandissimo appeso alla parete delle scale. Nel ripostiglio c’era un “libro” antico aperto, mentre sulla porta del soggiorno c’era una miniatura del “Ponte” di Brooklyn. E così via.

Ho passato pochi minuti a riflettere su queste immagini e inventare collegamenti strani. Poco dopo ero in grado di ripeterle senza sforzo, anche in ordine inverso o sparso. Ne ho aggiunte altre 10. Poi altre 10.

Sono fatto così.

Il sole della prima stazione è diventato lo sfondo di una sequenza in cui un drago vola verso la porta di casa cavalcato da una sirena. Sull’isola della cucina c’è un “elefante” cavalcato ad un “pirata” che mangia una “caramella”.

Ok, rileggendo queste parole, capisco perché mia moglie mi abbia chiesto se mi sentissi bene.

Il secondo passo è stato memorizzare 10 date storiche importanti. Ho ripetuto lo stesso processo e ancora oggi posso recitare tutte le 10 date senza sforzo con tanto di 2 o 3 dettagli ulteriori.

L’errore del principiante

Fomentato dal successo che la pratica stava avendo, ho fatto l’errore che tutti gli appassionati fanno quando trovano qualcosa che gli piace e funziona: ho provato ad ampliarla, arrivando a ingolfarla tanto da dover fare marcia indietro.

I segnali erano chiari: la frustrazione di “dover” fare qualcosa di faticoso come imparare delle cose a memoria. Il fastidio di non riuscirci. L’indisposizione a continuare.

Finché mi sono reso conto che la memoria non è accumulo, è selezione.

Ho potuto correggere il tiro, tornando ad una pratica utile e sana.

Oggi mi dedico quotidianamente alla memorizzazione di poesie (con analisi del significato e figure retoriche, anche queste aiutano a memorizzarle!) oltre che a esercizi random di memorizzazione di serie di parole.

Perché lo faccio?

Ci sono due risposte, una per il mondo materiale, una per quello spirituale.

La prima è semplice: la memoria seleziona. Se qualcosa merita di essere ricordato, allora merita anche il mio tempo, il mio sforzo. Questo mi ha reso più lucido, più attento, più consapevole di ciò che lascio entrare nella mia mente. Non voglio più accumulare. Voglio integrare.

In fondo c’è differenza tra il poter citare un reel di Instagram (per quanto possa essere divertente) o un verso di Leopardi, o Hemingway. Quando sono da solo preferisco riflettere sulle parole di Tolstoj. Quando guardo una scena di vita quotidiana voglio rileggere nella mia mente le parole di Carver.

Non sono io a dovermi sentire in imbarazzo.

Ma poi c’è un altro livello, più profondo. Memorizzare non è solo un atto mentale. È un atto di riconoscimento. Ogni parola che imprimo nella mia memoria è un tassello che ritrovo dentro di me, come se fosse sempre stato lì.

Forse Platone e Sant’Agostino avevano ragione: ricordare non è un atto passivo, ma un atto di ritorno all’essenza.

E se il vero scopo della memoria fosse proprio questo? Non trattenere, ma ritrovare?

Il Metodo Feynman: Come Imparare Qualsiasi Cosa Spiegandola agli Altri

Richard Feynman, fisico, premio Nobel e straordinario divulgatore, aveva una regola d’oro per l’apprendimento: “Se non riesci a spiegare qualcosa in modo semplice, allora non l’hai capita davvero.”

Il Metodo Feynman non è un semplice trucco, ma un approccio concreto per assimilare qualsiasi concetto, per quanto complesso. Non si tratta di memorizzare definizioni o usare scorciatoie, ma di ottenere una comprensione profonda, chiara e duratura.

Vuoi imparare più velocemente? Vuoi ricordare meglio ciò che studi? Vuoi smettere di illuderti di sapere qualcosa solo perché l’hai letto? Allora questa tecnica fa per te.

I 4 Passaggi del Metodo Feynman

1. Scegli un argomento

Prendi un foglio di carta e scrivi in alto il concetto che vuoi imparare. Può essere una nozione scientifica, un principio matematico, un’abilità pratica o qualsiasi altra cosa tu voglia padroneggiare.

2. Spiegalo come se lo stessi insegnando a un bambino di 5 anni

Questa è la parte più importante. Scrivi tutto ciò che sai sull’argomento, ma fallo con parole semplici, come se dovessi spiegarlo a un bambino.

Evita il gergo tecnico: se hai bisogno di parole complesse, significa che non hai ancora capito davvero il concetto. Come funziona effettivamente ciò che vuoi spiegare?

Usa esempi concreti e metafore: rendi il concetto tangibile.

Se ti blocchi e non sai come spiegare un passaggio in modo semplice, hai trovato una lacuna nella tua conoscenza. E questo è il punto in cui inizia il vero apprendimento.

3. Colma le lacune e semplifica

Ora torna ai tuoi appunti, ai libri o alle fonti originali. Rileggi e cerca di colmare i punti che non eri in grado di spiegare chiaramente.

Riscrivi la tua spiegazione rendendola ancora più chiara.

Semplifica ulteriormente: se qualcosa è ancora troppo complicato, significa che può essere reso più chiaro.

4. Spiega a qualcuno e verifica la tua comprensione

La conoscenza diventa solida solo quando la metti alla prova. Spiega il concetto ad un amico, un collega o anche solo ad alta voce.

• Ti fermi spesso?

• Devi ricorrere al testo originale per ricordarti i dettagli?

• L’altro capisce subito o ti fa domande che ti mettono in difficoltà?

Ogni ostacolo in questa fase è un segnale che c’è ancora margine di miglioramento.

Perché il Metodo Feynman Funziona Così Bene?

Molte persone pensano di sapere qualcosa solo perché lo riconoscono quando lo leggono. Ma riconoscere non significa comprendere.

Ecco perché questo metodo è così potente:

Attiva il pensiero critico invece di farti memorizzare passivamente.

Evidenzia le lacune nella tua conoscenza prima che sia troppo tardi.

Aiuta a trattenere le informazioni più a lungo.

Allena il cervello a pensare in modo logico e chiaro.

In sintesi: impari più velocemente, in modo più efficace e con una comprensione più profonda.

Un Esempio di Feynman in Azione

Feynman non era solo un brillante scienziato, ma anche un grande comunicatore. Quando gli fu chiesto di spiegare la tragedia dello Space Shuttle Challenger, non usò formule complesse o tecnicismi.

Prese un pezzo di gomma e lo immerse in un bicchiere d’acqua fredda, dimostrando che, a basse temperature, il materiale diventava fragile.

Una spiegazione semplice, visiva, immediata.

Questo è esattamente ciò che fa il Metodo Feynman: riduce la complessità fino a trovare l’essenza del concetto.

Come Applicarlo nel Tuo Processo di Apprendimento

Questo metodo non è riservato agli scienziati. È utile per chiunque voglia imparare in modo efficace e duraturo.

  • Studenti: per prepararsi agli esami in modo più efficace.
  • Professionisti: per apprendere velocemente nuovi concetti nel proprio lavoro.
  • Creativi e ricercatori: per strutturare idee complesse.
  • Docenti e formatori: per rendere le spiegazioni più chiare e memorabili.

L’apprendimento non finisce mai. E il Metodo Feynman è lo strumento perfetto per diventare **uno studente per tutta la vita**.

Il Legame con il First Principles Thinking

Il Metodo Feynman è strettamente connesso al First Principles Thinking, un approccio che scompone ogni problema nei suoi elementi fondamentali.

Anziché basarsi su supposizioni o tradizioni, questo metodo cerca di risalire ai principi di base di un concetto per costruire nuova conoscenza da zero.

Vuoi approfondire? Leggi di più qui: First Principles Thinking: Pensare Come un Innovatore.

Conclusione: Prova il Metodo Feynman Oggi Stesso

Il Metodo Feynman è semplice, ma rivoluzionario. Ti costringe a capire davvero, senza lasciare spazio a scorciatoie o auto-inganni.

La prossima volta che vuoi imparare qualcosa, chiediti: “Se dovessi spiegarlo a un bambino di 5 anni, sarei in grado di farlo?”

 

Se la risposta è no, allora sai esattamente su cosa lavorare.

cervello umano aumentato dall'AI

Intelligenza Artificiale: le domande che non possiamo più ignorare

La settimana scorsa sono stato a Londra, dove ho visitato la borsa internazionale BETT. A parte il fascino di una città sempre letta nei libri, ma che non avevo ancora visitato, ho avuto un sacco di esperienze che hanno cambiato in modo netto e radicale il mio modo di rapportarmi con la tecnologia.

Il BETT di Londra è la fiera internazionale per eccellenza della tecnologia nell’educazione. Quest’anno, per forza di cose, non poteva mancare un pilastro importante come l’Intelligenza Artificiale.

Cosa ho imparato al BETT: oltre i trucchetti tecnici

Chi mi conosce lo sa, sono sempre stato un grande appassionato di tecnologia e sempre lo sarò. Trovarmi in un posto dove la tecnologia all’avanguardia viene applicata all’Educazione, altra mia grande passione, oltre che vocazione, è stato un sogno.

La cosa più importante che ho imparato però non è come impostare un GPT personale, come generare una serie di 5 lezioni basate sulla Tassonomia di Bloom, come scrivere il prompt perfetto, o come ottimizzare delle tasks ricorrenti. Questi sono trucchetti che, per quanto suonino altisonanti, non sfiorano che la superficie del mondo dell’Intelligenza Artificiale.

Un futuro che cresce in modo esponenziale

Siamo sull’orlo di un cambiamento mai visto nella storia dell’uomo. Se guardiamo indietro e analizziamo tutte le rivoluzioni avvenute nella nostra storia, notiamo come la magnitudo di ognuna di esse sia cresciuta esponenzialmente di volta in volta aumentando il peso specifico di ogni nuovo equilibrio. Prendiamo solo gli ultimi decenni: partiamo dall’arrivo di internet, passiamo per gli smartphone toccando il machine learning per sfociare nell’intelligenza artificiale.

AI: Tra mito e realtà

C’è da sempre un mito nell’immaginazione collettiva ogni volta che nominiamo l’AI (Artificial Intelligence). Alcuni di noi penseranno a Terminator, altri ad eserciti di androidi, altri a umanoidi tipo Super Vicky (sì, sono così vecchio). In realtà, come spiegato da un keynote di Rose Luckin (Professor of Learner Centred Design at UCL Knowledge Lab), l’AI esiste già da tanti anni.

Il 2022, anno di pubblicazione di ChatGPT, ha cambiato le carte in tavola. Sono cambiate le infrastrutture e, in modo ancora più decisivo, i processi di lavorazione delle cosiddette intelligenze artificiali.

Esperimenti con le onde cerebrali: l’AI che legge la mente

Uno degli esempi più affascinanti presentati al BETT riguarda l’utilizzo delle onde cerebrali per istruire i modelli di AI. Gli scienziati dell’Università di Osaka hanno creato due modelli di AI complementari per decodificare immagini viste dai pazienti con un’accuratezza dell’80%.

Primo modello: Ha analizzato le onde cerebrali generate da 4 pazienti mentre osservavano 10.000 immagini di persone, paesaggi e oggetti.

Secondo modello: Ha associato le onde cerebrali generate a delle descrizioni delle stesse immagini.

I due modelli hanno poi collaborato: uno ha generato un’immagine basata sulla prospettiva e sul layout dell’originale, l’altro ha collegato l’immagine alla rispettiva descrizione.

risultato degli studi dell'università di Osaka sul training di AI con onde cerebrali

Simili progressi sono stati applicati alla musica. Nel 2023, scienziati hanno ricostruito parti di Another Brick in the Wall dei Pink Floyd utilizzando le onde cerebrali di pazienti che ascoltavano il brano. Il risultato è sorprendente e ascoltabile qui.

AI e Robot Umanoidi: il progetto di Figure 01

Il climax di tutto ciò che ho visto e imparato al BETT è stato l’esperimento di **Figure**, una compagnia di robot umanoidi, insieme a OpenAI. Questo progetto ha mostrato in modo tangibile cosa significa interagire con un’intelligenza artificiale in grado di combinare capacità cognitive e fisiche.

Nel video presentato, un uomo interagisce con un robot impegnato in attività cognitive, come rispondere a domande complesse, e fisiche, come eseguire compiti richiesti. Guardare questo robot in azione è stato come vedere il futuro materializzarsi davanti ai miei occhi.

Dai vecchi algoritmi ai Large Language Models

In maniera volutamente semplicistica, possiamo vedere l’AI moderna come l’evoluzione del machine learning. Questo, come suggerisce il nome, prevede l’istruzione, il settaggio di un computer da parte dell’uomo con una serie di dati in modo tale da automatizzare tasks ricorrenti. Pensa alla selezione delle email spam: si può scrivere un algoritmo per riconoscere una determinata parola o serie di parole e associarvi un’azione. Nel caso delle email spam, quella di inoltro nella casella apposita.

Come succede sempre, una volta introdotta una novità, l’evoluzione aumenta in velocità ed efficacia. Nel giro di poco tempo abbiamo imparato a scrivere algoritmi sempre più complessi. Solo una cosa è rimasta invariata però, ed è appunto la dipendenza uomo>macchina. Nell’ambito del machine learning tradizionale infatti, l’input principale parte sempre dall’uomo. È l’uomo che scrive l’algoritmo. È l’uomo che fa la prima mossa.

Reti Neuronali e Deep Learning: un passo rivoluzionario

L’avvento dei Large Language Models invece ha cambiato le carte in tavola. Tramite il linguaggio, non più esclusivamente matematico, è possibile istruire e interagire con il computer, come si farebbe con una persona in carne ed ossa. Non finisce qui: come dicevo prima, una volta imboccata una nuova strada, l’evoluzione aumenta in velocità ed efficacia. Con la pubblicazione di ChatGPT  siamo passati dagli algoritmi alle reti neuronali artificial.

L’8 ottobre 2024 John Hopfield e Geoffrey Hinton hanno ricevuto il premio Nobel per la fisica per le ricerche fatte e i risultati ottenuti nell’ambito delle intelligenze artificiali. Le reti neuronali artificiali consentono il Deep Learning automatico da parte del computer. La struttura è chiaramente ispirata al cervello umano, dove i neuroni sono collegati tra loro tramite sinapsi. Combinando psicologia cognitiva e fisica statistica, i due scienziati sono arrivati a creare questo sistema in cui il computer è in grado di calcolare da solo quale parola seguirà quella appena scritta.

Tornare a casa con più domande che risposte

Tutto quello che ho riportato qui è successo negli ultimi due anni. Un solo anno dopo la pubblicazione del primo modello di linguaggio AI. Le implicazioni sono vastissime e capovolgeranno la società come mai nella storia dell’Uomo.

Sam Altman, fondatore di OpenAI, arriva a predire un futuro non troppo lontano dove il lavoro dell’Uomo non sarà più necessario. Si arriverà al Reddito Universale, concetto familiare anche a Elon Musk.Non ci sarà più bisogno di lavorare e l’Uomo potrà finalmente dedicarsi alla creatività e alle “soft skills” che ci dividono dalle macchine.

Suona tutto come musica celestiale, ma…

Quale sarà il costo umano di questa rivoluzione? Se l’AI può automatizzare ogni compito ripetitivo e persino creativo (in questo progetto il National Youth Theater utilizza l’AI come partner), cosa resterà dell’essenza umana? Quale sarà un’etica accettabile e condivisibile?

Sono tornato a casa dopo aver camminato 40 km in 2 giorni. Quando sono rientrato, nostro figlio stava già dormendo. Nostra figlia giocava paciosa nella culla in soggiorno. Come in un algoritmo perfetto, sono arrivate altre domande:

1. Come dovrò preparare i nostri figli?

2. Quali valori dovrò mantenere e quali dovrò “aggiornare” per farli stare al passo coi tempi?

3. Come possiamo educare le macchine senza dimenticare di educare noi stessi?

4. Quali compromessi accettiamo senza rendercene conto quando deleghiamo decisioni agli algoritmi?

5. Cosa resta di autentico nella creatività quando tutto può essere simulato?

6. Come possiamo preservare il mistero dell’essere umano in un mondo che cerca di tradurlo in dati?

7. Quanto sto permettendo alla tecnologia di modellare il mio modo di pensare e vivere?

8. Chi sto diventando attraverso le scelte che faccio ogni giorno?

9. Chi sono io?

10. Chi sei tu?

libri su una scrivania classica

Perché hai già dimenticato l’ultimo libro che hai letto?

Hai mai letto un libro, convinto che sarebbe rimasto con te per sempre, solo per renderti conto dopo qualche settimana che non ne ricordi quasi nulla? Viviamo in un’epoca in cui divoriamo contenuti veloci e superficiali, dimenticando persino i libri più importanti. Ma perché succede? E soprattutto, come possiamo impedirlo?

Il problema: leggiamo troppo in fretta

Leggere è diventato un esercizio di velocità, non di profondità. Divoriamo i libri come facciamo con i video o i post sui social media: rapidamente e senza soffermarci. Questo approccio ci lascia frustrati, perché ciò che leggiamo scivola via dalla memoria. Non solo dimentichiamo i dettagli, ma spesso ci sembra di non aver letto affatto.

Questo accade soprattutto con la narrativa e la poesia. La letteratura ha bisogno di essere capita e sentita, mentre la poesia vive di sfumature e contesto: leggerla di fretta è come guardare un dipinto al buio.

Siamo immersi in una cultura che celebra la velocità e la produttività. Pensiamo che leggere velocemente ci renda più colti, più efficienti, più “al passo.” Ma questo passo è un’illusione. È una costruzione artificiale, alimentata dai social media, che svaluta la riflessione e premia la superficialità.

La soluzione: Deep Reading

La risposta a questo problema si chiama Deep Reading.

Il Deep Reading non è solo una tecnica di lettura: è un atto di ribellione contro la frenesia. È scegliere di vivere pienamente ogni pagina, rallentare e lasciare che le parole ci trasformino.

È un approccio che ribalta il paradigma della lettura veloce: leggendo lentamente e rileggendo i libri più volte, puoi trasformarli in esperienze che lasciano un segno duraturo. Con il Deep Reading, ciò che leggi non verrà dimenticato: diventerà parte di te.

La regola principale? Rileggere. Ogni rilettura è come un viaggio attraverso un paesaggio già visitato: noti dettagli che prima ti erano sfuggiti, scopri nuove connessioni, percepisci emozioni più profonde.

Come dice McEvoy: Reading is re-reading. Ogni libro nasconde tesori che solo chi ha pazienza riesce a scoprire.

I benefici del Deep Reading

Il Deep Reading non è solo un modo per ricordare meglio i libri. È un dono che fai a te stesso. Ogni libro letto lentamente diventa uno specchio della tua mente e del tuo cuore, una fotografia dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e di chi sei in quel momento.

Ho scoperto che il Deep Reading non migliora solo la memoria, ma anche la mia capacità di pensare in modo più chiaro e profondo. Ogni libro letto lentamente diventa una conversazione, non solo con l’autore, ma anche con me stesso.

Ma c’è di più. Scrivere le tue riflessioni sui libri ti permette di lasciare un’eredità unica. Le tue annotazioni, i tuoi pensieri e le tue emozioni diventano un diario intellettuale ed emotivo. Un dono per chi verrà dopo di te.

Come iniziare con il Deep Reading

prendere appunti mentre si leggeVuoi provare il Deep Reading? Ecco come fare:

1. Scegli un libro importante

Non importa se è lungo o corto: scegli qualcosa che ti tocchi nel profondo. Io ho iniziato con Guerra e Pace di Tolstoj, un’opera immensa che mi impegnerà per un anno intero.

2. Rileggi, sempre

Leggi il libro una prima volta per capire cosa succede. Poi rileggilo, concentrandoti su dettagli, emozioni e connessioni. Ogni rilettura ti regalerà qualcosa di nuovo.

3. Scrivi

Tieni un taccuino vicino e annota le tue sensazioni. Non serve scrivere frasi perfette: bastano parole, pensieri, intuizioni. È come scattare una foto della tua mente.

Le quattro fasi del Deep Reading

Secondo Mortimer Adler, ci sono quattro livelli di lettura. Ecco come applicarli al Deep Reading:

1. Lettura elementare

Leggi per capire cosa sta succedendo. Chi sono i personaggi? Qual è la trama? Questo è il livello più semplice.

2. Relazioni

Rileggi per cogliere i legami tra eventi, personaggi e idee. Nota le scelte dell’autore: perché ha descritto una scena in un certo modo?

3. Meta-cognizione

Concentrati sugli effetti che il testo ha su di te. Cosa provi? Perché? Questa è la fase in cui inizi a riflettere sulle tue emozioni.

4. Sintopia

Confronta ciò che hai letto con altre opere o esperienze. Il testo ti ricorda qualcosa? Come si collega ad altri libri o idee?

Superare le resistenze e scegliere la profondità

Quando ho iniziato il Deep Reading, una voce nella mia testa continuava a opporsi:

“Davvero vuoi rileggere lo stesso capitolo? Sai quanto tempo ci vorrà per finire il libro?”

Queste resistenze sono il riflesso di un mondo che ci spinge a correre, a divorare tutto senza assaporarlo davvero. Ma leggere velocemente non ci rende migliori, né più colti. Il Deep Reading è l’opposto: è un atto di ribellione contro la superficialità, un modo per allenare la mente a fermarsi, osservare e riflettere.

Scegliere di rallentare non significa perdere tempo, ma usarlo per creare qualcosa di duraturo. Ogni rilettura è un passo verso la profondità, una possibilità di scoprire nuovi dettagli, emozioni e connessioni che prima non avevamo visto. È così che i libri diventano compagni di viaggio, strumenti per conoscere noi stessi e il mondo.

Deep Reading: un atto di cura verso te stesso

Il Deep Reading è molto più di una tecnica: è un invito a vivere con maggiore attenzione. È un dono che fai a te stesso, perché ti permette di riscoprire il piacere della lentezza, della scoperta e della riflessione.

Quando rileggi un libro, stai rileggendo anche te stesso. Le pagine che hai davanti diventano specchi dei tuoi pensieri, delle tue emozioni, della tua crescita personale. Ogni annotazione, ogni intuizione è un frammento della tua storia, un’eredità che lasci agli altri ma, soprattutto, a te stesso.

Se i libri che leggi ti sembrano scivolare via dalla memoria, non è un fallimento personale. È un segnale che hai bisogno di cambiare il tuo approccio. Con il Deep Reading, puoi leggere meno ma ricordare di più. Puoi trasformare ogni libro in un compagno di vita, anziché in un ricordo sbiadito.

Scegli un libro. Dedicalo al Deep Reading. E scoprirai che i libri non sono fatti per essere dimenticati: sono fatti per trasformarti.

prendere appunti per costruire la propria conoscenza

Tecniche di lettura efficace: leggere come un costruttore

Se applicherai queste tecniche di lettura efficace, ogni libro diverrà un’opportunità di crescita personale.

Per molti, la lettura è un’attività passiva, una sorta di “assorbimento di informazioni” senza un vero obiettivo. Eppure, leggere può diventare un atto intenzionale, come il lavoro di un costruttore che, pietra su pietra, erige un edificio solido e duraturo.

Leggere come un costruttore significa selezionare con cura le idee e i concetti più importanti, integrandoli in una struttura coerente. Ogni libro, ogni capitolo, ogni pagina è un materiale grezzo da lavorare e incastonare nel tuo archivio mentale.

Se vuoi approfondire come trasformare la lettura in un’esperienza significativa, scopri il metodo del Deep Reading.

Tecniche di Lettura Efficace: Il Metodo a Tre Fasi per Costruire Conoscenza

Come un architetto che progetta e seleziona le risorse per realizzare la sua visione, puoi applicare un metodo strutturato per trasformare la lettura in uno strumento di crescita personale. Le tre fasi proposte da Mortimer Adler in How to Read a Book sono un esempio perfetto di questo approccio.

Fase 1: La Lettura Superficiale (Skimming)

La lettura superficiale è come preparare il cantiere: osservi il terreno, analizzi le possibilità e decidi dove concentrare le risorse. Non serve leggere tutto subito, ma acquisire una visione d’insieme.

1. Indice e sommario: Consulta l’indice e annota le pagine che trattano gli argomenti più interessanti. Dove trovi molte pagine dedicate a un tema, probabilmente si tratta di un argomento centrale nel libro.

2. Prefazione: Leggi l’introduzione per capire le intenzioni dell’autore e il contesto del testo.

3. TOC (Table of Contents): Guarda l’organizzazione del libro per tracciare una mappa mentale.

Se vuoi organizzare al meglio le tue riflessioni, puoi utilizzare un Reading Journal, uno strumento ideale per tracciare idee e connessioni durante la lettura.

Questa fase ti permette di progettare la tua lettura e individuare i punti chiave su cui lavorare, proprio come un costruttore che sceglie i materiali migliori per il suo progetto.

Fase 2: La Lettura Analitica

La lettura analitica è il cuore del lavoro. Qui inizi a costruire, dedicando attenzione ai dettagli e alle connessioni tra le idee.

1. Leggi in modo selettivo: Concentrati sulle pagine che hai identificato nella fase precedente. Non temere di saltare le parti meno rilevanti.

2. Segui lo sviluppo dei concetti: Analizza come l’autore collega le idee tra loro. Annota le scoperte e i passaggi che risuonano con te.

3. Rileggi con intenzione: Torna sulle sezioni chiave per approfondire e chiarire i dettagli.

Questa fase è come montare i pezzi di un edificio: tutto inizia a prendere forma, e ogni elemento viene collocato nel posto giusto per dare stabilità alla struttura.

Fase 3: La Lettura Sintopica

La lettura sintopica rappresenta l’opera finita, quando confronti idee e prospettive da più libri per creare un sistema di conoscenza unico.

1. Confronta fonti diverse: Individua temi ricorrenti o contraddittori tra libri diversi.
2. Crea connessioni personali: Usa le informazioni per arricchire il tuo pensiero critico e sviluppare nuove prospettive.

Leggere come un Costruttore: Dal Materiale Grezzo all’Opera Fatta

Leggere efficacemente non è un atto passivo, ma un gesto creativo. Ogni libro è un mattone, ogni idea una pietra angolare che può contribuire a costruire la tua “architettura del sapere.” Ma, come ogni buon costruttore, è fondamentale selezionare solo i materiali migliori, eliminando il superfluo e concentrandosi su ciò che aggiunge valore.

Il risultato? Un archivio mentale solido e coerente, capace di sostenere nuove idee e connessioni.

Conclusione: Leggi efficacemente e Costruisci la Tua Conoscenza

Leggere come un costruttore ti permette di trasformare ogni libro in un tassello fondamentale della tua crescita personale. Non importa quanti libri leggi, ma come usi queste tecniche di lettura efficace per costruire un sistema di conoscenza che rifletta la tua unicità.

Ora tocca a te: prendi il prossimo libro che vuoi leggere e inizia a costruire applicando queste tecniche di lettura efficace. Scoprirai che ogni pagina è un’opportunità per dare forma alle tue idee e realizzare la tua architettura del sapere.

Lezioni dal 2024 La Strada Verso The Polymath Quest

Il 2024 è stato un anno strano. A tratti veloce, a tratti lento, come se il tempo stesso non sapesse che ritmo scegliere. È stato un capitolo particolare della mia vita, un pezzo del puzzle più grande che sto cercando di costruire, con attenzione e intenzione.

Convivere con la perdita di mia madre mi ha messo davanti alla dura realtà. È il Tempo l’unica costante che può dare o togliere senso alla nostra Vita. Ognuno è libero di impiegarlo come vuole, questo è chiaro. Io ho sentito l’urgenza di rivederne l’utilizzo che ne facevo.

At the end of your life, looking back, whatever compelled your attention from moment to moment is simply what your life will have been.

Oliver Burkman

Ogni mattina mi sono svegliato presto, prima che il sole illuminasse tutto, con una penna in mano e una tazza di caffè accanto. Ho scritto, non per cercare la perfezione, ma per capire, per tracciare una mappa di ciò che stava accadendo dentro e fuori di me. È stato un esercizio di lentezza in un mondo che corre, un gesto deliberato di cura verso me stesso.

Questa abitudine non è solo sopravvissuta al caos della vita, ma è diventata il cuore del mio sistema di crescita personale. Scrivere è stato il modo per dare forma alle domande, ai dubbi e alle intuizioni che mi hanno accompagnato nel corso dell’anno. Ed è così che il journaling si è intrecciato con il progetto che annuncio oggi: The Polymath Quest.

2024: Un Anno di Connessioni

Ho corso, nuotato e pedalato. Non per arrivare da qualche parte, ma per esplorare quel confine tra fatica e leggerezza, tra disciplina e libertà. Ogni allenamento è stato un modo per mettere ordine nei pensieri, un dialogo silenzioso tra corpo e mente.

Allo stesso tempo, ho continuato a costruire il mio secondo cervello, un sistema per custodire e connettere ciò che apprendo. Ogni nota, ogni idea, ogni riflessione è diventata un pezzo di un puzzle più grande. Non sempre sapevo dove mi avrebbe portato, ma ogni piccola scoperta aveva il sapore di una conquista.

metodo di studio zettelkastenNelle prossime settimane condividerò la mia pratica, sperando possa essere d’ispirazione.

Un Ponte tra Passato e Futuro

C’è stato un momento particolarmente significativo: la nascita della nostra seconda figlia. Per lei, per il nostro primo figlio, per mia moglie e la mia famiglia tutta ho scritto ogni giorno. Piccoli frammenti di vita che forse un giorno leggeremo insieme. Sono stati momenti preziosi che mi hanno insegnato il valore di rallentare, di osservare, di essere presente.

The Polymath Quest: Un Nuovo Inizio

Ed è proprio da queste connessioni che nasce The Polymath Quest, il progetto che annuncio oggi e che guiderà il mio 2025. Questo percorso non è solo un invito a esplorare molteplici discipline, ma un modo per imparare a pensare meglio, a vivere meglio e a creare connessioni profonde tra idee, esperienze e conoscenze.

The Polymath Quest non è un sistema rigido, ma una filosofia: un invito a rallentare, riflettere e costruire qualcosa di unico e personale. È un viaggio che inizia con una domanda semplice ma potente: Come possiamo dare più significato alla nostra vita, imparare dai grandi maestri e lasciare un’impronta che parli davvero di noi, diventando ogni giorno una versione migliore di quello che eravamo ieri?

Guardando al Futuro

Mentre il 2024 si chiude, mi rendo conto di non avere tutte le risposte. Ed è proprio questo che mi piace.

Il 2025 sarà l’anno delle domande. Mi concentrerò sul percorso, anziché cercare di arrivare il prima possibile alle risposte. Non posso né voglio più continuare ad anestetizzarmi e distrarmi con materiale di bassa qualità. Ne va della qualità dei miei pensieri e quindi della mia vita.

Il 2025 inizia con una visione più chiara e con il desiderio di condividere questo viaggio con te. Nei prossimi mesi, pubblicherò articoli, riflessioni e strumenti pratici per aiutarti a costruire il tuo sistema di crescita personale, a coltivare la curiosità e a esplorare le connessioni tra le cose che ami.

Un Invito a Rallentare

Se c’è una cosa che ho imparato quest’anno, è questa: il viaggio vale sempre la pena, anche quando la meta non è ancora chiara. E il vero dono non è arrivare alla fine, ma scoprire chi diventi lungo il percorso.

Per questo ti invito a fare lo stesso. Prenditi un momento per riflettere sul tuo anno. Cosa hai imparato? Quali connessioni hai creato? Quali domande ti accompagneranno nel 2025?

 

Buon anno.

E buon viaggio.

pas geboren baby

La nascita di mia figlia

La notte in cui sei nata

C’era una luna bellissima quando sei nata, amore mio. Come se fosse un messaggio, un memento, l’abbiamo ammirata al ritorno a casa. Era così grande, così maestosa che mi sono sentito piccolo, ma grande d’amore e gratitudine. Non potevo toglierle gli occhi di dosso.

Sei arrivata il 25 ottobre alle 22:03 nella stanza 8 dell’ospedale di Deventer. Una notte serena, rigida ma non ancora fredda come ci aspettavamo.

I primi segnali

Tutto è iniziato nel pomeriggio, intorno alle 18. Mamma ha cominciato a dire che sentiva dei movimenti diversi. Sensazioni che non riconosceva rispetto alle ultime settimane. Io mi sono messo subito sull’attenti, visto come è andata con tuo fratello Alexander.

Stavamo cenando e abbiamo subito iniziato a pensare cosa sarebbe stato meglio fare con tuo fratello. Abbiamo chiamato Marlijn per discuterne. Lei si era offerta di aiutarci tenendo Alexander quando saresti arrivata. Visto l’approcciare della sera, volevamo capire cosa fosse meglio fare, visto che i dolori di mamma non davano cenno di fermarsi.

Abbiamo chiamato anche l’ostetrica per chiedere consiglio. Ci ha detto di provare a cronometrare quelle che a tutti gli effetti stavano diventando contrazioni. Avremmo dovuto ricontattarla quando sarebbero arrivate ogni 5 minuti. Non ci è voluto molto prima che succedesse.

Per evitare levatacce per Marlijn, Lucas e Alexander, abbiamo deciso di portare tuo fratello direttamente a casa loro per la notte. Alle 19:30 l’ho preparato per la notte e invece di salire le scale sono uscito fuori con lui in braccio. Avresti dovuto vedere la sua espressione di stupore nel non capire, cosa stesse succedendo. Lucas ci ha ricevuti e siamo andati direttamente nella camera da letto che avevano preparato per lui.

Dopo un po’ di coccole l’ho messo giù e sono andato via. Non volevo rimanere troppo lontano da tua madre. Sono andato via che piangeva un po’, ma avevo piena fiducia in Lucas, sapevo che l’avrebbe gestita al meglio e così è stato. Dopo essere rientrato ho ricevuto un suo messaggio, Alex si era addormentato.

Nel frattempo mamma aveva sentito l’ostetrica che era in arrivo. Le contrazioni erano aumentate molto velocemente di intensità e volume. Quando è arrivata è andata a visitare mamma. Io ho preso le nostre valigie e le ho caricate in macchina. Poi sono rientrato per portare fuori Truus. Non sapevo quanto saremmo stati via. Ho chiesto permesso all’ostetrica e sono andato. Si stava facendo sera, io camminavo con la nostra bassottina perso nella confusione di quei momenti.

Da lì a poco ti avremmo conosciuto. Saresti arrivata, dopo 9 mesi di attesa. 40 settimane e 4 giorni per l’esattezza.

Il giro è stato molto veloce. Al ritorno l’ostetrica ci ha chiesto di prepararci ad andare all’ospedale. Se il desiderio era farti nascere in acqua, dovevamo arrivare in tempo per poter preparare tutto. L’ostetrica aveva già riservato la stanza e la piscina. Come sempre in quei momenti, sono stato preso da una lucidità impeccabile. La macchina era già pronta con i bagagli. Sono andata a prenderla e ho parcheggiato davanti alla porta di casa con lo sportello del passeggero aperto pronto per accogliere mamma.

In viaggio verso l’ospedale

Si era fatto buio nel frattempo. Durante il viaggio verso l’ospedale quando è arrivato tuo fratello io chiamai tuo nonno. Questa volta tua madre ha chiamato tua zia Anita. È stato un bene che l’abbia fatto. Non ci sono mai stati così tanti semafori rossi negli ultimi mesi. Si è potuta distrarre anche se a volte dovevo parlare io al suo posto, vista l’intensità delle contrazioni.

Arrivati all’ospedale ho parcheggiato davanti alla porta girevole e sono corso a prendere una sedia a rotelle. Erano le 21:20. L’ostetrica che guidava davanti a noi si è offerta di portare mamma in reparto, mentre io prendevo le valigie. Sono stato così veloce che sono arrivato in reparto a piedi mentre loro uscivano dall’ascensore.

Siamo andati in stanza. Era calda e accogliente. Un groppo in gola mi ha fatto visita pensando che quello sarebbe stato il luogo in cui ti avremmo conosciuta. Ma non c’era tempo da perdere. Bisognava riempire la piscina e organizzare il resto.

Ho aiutato tua madre a mettersi comoda mentre l’ostetrica con mani esperte azionava il meccanismo per pompare l’acqua nella piscina alla giusta temperatura.

Le contrazioni aumentavano ancora. Ogni ondata era più forte della precedente. Mamma è entrata quando la piscina era mezza piena. Erano le 21:38. Come se avessero avuto il via libera, le contrazioni sono aumentate ancora. Io ho preso qualcosa che somigliava a un tavolinetto e l’ho spostato dietro la piscina, così da poter abbracciare tua madre e darle sostegno.

Il momento della tua nascita

Mi sono sentito così piccolo, così profondamente grato per poter vivere quel momento di magia. Si perché è di questo che si è trattato, Maxime. Ho visto il corpo di tua madre cambiare e prepararsi a farti arrivare. Ho visto per la seconda volta la forza della Natura, il miracolo che solo la Donna può fare.

Mentre la baciavo e le asciugavo la fronte, ho sentito nel mio cuore che le sarei stato grato per sempre per avermi reso padre per due volte. Non può esserci legame più forte di quanto ho percepito in quel momento. Ho ripensato a come ci siamo conosciuti.

Ho rivisto momenti della nostra storia insieme. Non i momenti romantici che ti aspetteresti. Ho ripensato ad una sera d’autunno di qualche anno fa, quando siamo usciti alle 19 e siamo andati a comprarci un iPad. I negozi chiudevano alle 20. Abbiamo passato il resto della serata felici come due bambini il giorno di Natale. L’ho rivista a Colonia, quando ha guidato per due ore e mezza con la nostra bassotta per venirmi a prendere al ritorno dall’Italia.

Momenti qualunque Maxime. Momenti di Vita, quella vera, che da 8 anni ho il privilegio di condividere con tua madre.

Alle 21:55 sono iniziate le contrazioni finali. Tua madre ha gestito la cosa come un lottatore esperto. Dopo aver incassato le contrazioni con forza esemplare, ha semplicemente deciso che era abbastanza, era ora di farti venire al mondo. Di nuovo quello sguardo nei suoi occhi, di nuovo quel cambio repentino di energia. La stanza si è riempita di magia, potevo quasi vederla.

Tua madre si è preparata, ha stretto le maniglie della piscina, io l’ho stretta a me. Erano le 22:02. “Ottimo lavoro, Carolien” dice l’ostetrica, “continua così”. E tua madre lo fa.

Ancora una spinta e ti vedo arrivare.

“Accompagnala” dice l’ostetrica avvicinandosi. Tua madre ti accoglie, si rilassa e ti poggia sul suo ventre. Sono le 22:03. Tu con i tuoi occhioni neri ti guardi intorno, sorpresa ma non troppo. Hai pianto brevemente poi ti messa a guardarti intorno, come a cercare di capire cosa fosse successo.

Ho stretto tua madre e l’ho baciata commosso. Il mio cuore stava per esplodere.

Ci siamo presi del tempo per goderci quel momento. Come imparerai, è proprio il retrogusto amaro dell’unicità del tempo che passa a renderlo magico. Quando ti trovi davanti ad una felicità così grande sei pronto ad abbracciare anche l’idea che tutto finirà un giorno. Ti abbiamo aspettata tanto e quel momento era appena arrivato e scappato via. Non ci restava che rallentare il tempo, chiedergli di aspettare un po’.

A te non dispiaceva affatto. Mamma ti faceva nuotare un po’. Per mantenerti al caldo l’ostetrica ha bagnato un asciugamano e te l’ha poggiato addosso.

I nostri primi momenti insieme

Alle 22:47 ti ho presa in braccio per la prima volta. Mamma doveva uscire dalla piscina e tu dovevi essere asciugata e visitata dall’ostetrica. Mi sono seduto sulla poltrona senza maglietta. Ti avrei presa in braccio e tenuta sul mio petto per riscaldarti.

Amore mio, sapessi trovare le parole per rafforzare questa metafora del mio amore per te, lo farei.

Appena poggiata sul mio petto ti sei calmata e ti ho sentita rilassare. Ti sei rannicchiata tutta, mentre io, così come feci con tuo fratello, ho iniziato subito a sussurrarti parole segrete all’orecchio. Ve le ho stampate sul cuore, le troverete un giorno, ne sono sicuro.

Che emozione particolare è stata quella di stringerti, di sentirti su di me. Fino a poco fa potevamo solo immaginarti. Ora ti vedevo rannicchiata guardarti intorno con i tuoi occhi grandi.

Mentre l’ostetrica aiutava mamma e io ero perso nei tuoi occhi grandi, siamo entrambi stati distratti da due puntini neri che sembravano avvicinarsi ogni volta che gli rivolgevamo lo sguardo. Sono arrivati fino a sopra il letto di mamma. Erano…due coccinelle. Prima che lo realizzassi la mia gola si è chiusa e gli occhi si sono gonfiati di lacrime. “Figurati se le nonne si sarebbero perse questo momento” ho pensato.

L’ostetrica ti ha visitata e misurata. 3036gr e 50 cm di lunghezza.

Tu lo scoprirai crescendo, ma te lo anticipo io: tua madre è una Forza della Natura. Due ore e mezza dopo il parto era già in piedi. Le infermiere d’accordo con l’ostetrica hanno detto che potevamo andare a casa, era tutto perfetto. Ha mangiato un panino, si è fatta una doccia ed ha iniziato a prepararsi per lasciare l’ospedale.

Io ho fatto un paio di volte avanti e indietro per prendere il seggiolino e portare via le valigie.

E così, alle 01:30 guidavamo nella notte verso casa. Io, te e tua madre.

È stato allora che abbiamo visto quella luna splendida. Se ne stava là, in mezzo al cielo e noi non potevamo fare a meno di guardarla.

Il 25 ottobre è stato il primo giorno della Luna Cinerea. In questa fase, una falce della luna è direttamente visibile. Anche il resto del disco è visibile, ma è di un colore grigio chiaro, che richiama la cenere. Per questo si chiama così. Ciò è possibile grazie al riflesso della luce del sole sulla Terra.

Mi piace immaginare così la nostra vita insieme: tu Luna crescente, all’inizio avrai bisogno del nostro supporto per essere completa. Noi non faremo altro che rifletterti la luce dell’amore che a nostra volta abbiamo ricevuto e riceviamo.

Tu crescerai, fino a diventare Luna Piena. Noi ci ritireremo per lasciarti splendere, per tornare poi a completarti nella tua vita da adulta, in qualsiasi forma possibile.

Chissà, forse allora sarai in grado di leggere le parole che ti ho scritto sul cuore quando ti ho accolta sul mio petto.

Benvenuta tra noi Amore mio.

Con amore,

Papà

libro che porta al digital detox

Dalla dipendenza digitale alla libertà mentale: il potere del Lifelong Learning

Introduzione

La libertà mentale è una conquista, non un punto di partenza. L’ho capito lasciandomi alle spalle la dipendenza digitale e abbracciando l’apprendimento permanente. È stato un viaggio difficile, ma ha cambiato il modo in cui vivo il mio tempo e il mio futuro.

Per anni ho ignorato la mia passione per la lettura e la scrittura, sepolta sotto notifiche, DM e post senza fine. Ad agosto dello scorso anno, ho iniziato una Digital Detox. Non è stato facile all’inizio, ma è stata la decisione migliore della mia vita. Ho scoperto qualcosa di straordinario: liberarsi dai social media non è solo un atto di ribellione, ma un invito a vivere con intenzione.

Nel 2023 avevo programmato di leggere 14 libri. Ne ho letti 34. Ma la quantità non è tutto. Ho costruito un sistema che mi ha permesso di trasformare ogni libro, ogni idea, in qualcosa di concreto.

Oggi voglio condividere con te questo percorso e raccontarti come Obsidian e una mentalità di Lifelong Learning possono trasformare la tua vita.


Dal caos digitale alla chiarezza mentale: il mio viaggio personale

Per anni ho avuto la sensazione di correre senza una meta. Guardavo il telefono centinaia di volte al giorno. Mi distraevo facilmente, dimenticando ciò che era davvero importante.

Dopo la Digital Detox, tutto è cambiato. Ho scoperto il piacere di rallentare, di osservare, di dedicare tempo a ciò che conta. Ho iniziato a costruire un sistema personale che non solo mi aiutasse a imparare, ma anche a connettere le idee in modo significativo.


Obsidian: il fulcro del mio sistema per la libertà mentale

L’apprendimento permanente non è solo leggere libri o seguire corsi. È un modo di vivere, una mentalità che ti permette di trasformare ogni esperienza in conoscenza.

Il fulcro del mio sistema è Obsidian, un’app Markdown che mi consente di catturare idee, collegarle tra loro e creare un “secondo cervello.” Ogni nota è un mattoncino che aggiungo alla mia struttura di conoscenze.

Come lo faccio?

 

  • Daily Notes: Ogni giorno catturo idee, citazioni e intuizioni.
  • Collegamenti interni: Creo connessioni tra le note, costruendo una rete di idee che cresce con
    me.
  • Revisione settimanale: La domenica mattina rivedo le note della settimana e le trasformo in mini saggi, collegandole a idee precedenti.

Questo approccio mi aiuta a vedere pattern e connessioni che altrimenti mi sfuggirebbero, trasformando il semplice apprendimento in un processo creativo.

Grafico su Obsidian con collegamenti tra le note


Scegliere l’apprendimento al posto delle distrazioni: alternative ai social media

Abbandonare i social media mi ha permesso di dedicare tempo ad attività che arricchiscono davvero la mia vita. Ecco alcune alternative che puoi provare:

  1. Corsi online: Scopri piattaforme come Coursera o Masterclass per imparare nuove competenze.
  2. Libri ispiratori: Fai una lista di libri che ti sfidano intellettualmente.
  3. Discussioni significative: Partecipa a gruppi di lettura o crea il tuo.
  4. Progetti personali: Dedica tempo a scrivere, creare o imparare qualcosa che hai sempre voluto fare.

Conclusione

Lasciarsi alle spalle la dipendenza digitale è un atto di ribellione contro il tempo perso. È una scelta di cura verso noi stessi e di rispetto verso il nostro futuro. La libertà mentale non arriva per caso: si costruisce, un passo alla volta, attraverso l’apprendimento, la riflessione e la connessione.

Con strumenti come Obsidian e una mentalità orientata alla crescita, puoi trasformare il tuo tempo in una risorsa preziosa per arricchire te stesso e il tuo futuro.

Il momento migliore per iniziare è ora.

Se vuoi scoprire di più su come costruire un sistema di crescita personale, leggi il mio articolo sull’Architettura del Sapere o scopri come il Deep Reading può trasformare il tuo rapporto con i libri.

primo compleanno

Il primo compleanno di nostro figlio

Oggi festeggiamo il tuo primo compleanno.

Da qualche parte ho letto che lo scrittore vive due volte. Prima vive la sua vita normale, quella in cui si sveglia al mattino, si cambia per andare al lavoro, va a fare spesa, guarda la tv. Poi c’è la seconda, quella che rivive quando si siede e inizia a scrivere ciò che gli è accaduto.

C’è qualcosa di magico e di profondamente sublime nel poter leggere i segni dell’esistenza di qualcuno. Il gesto d’amore più profondo che possa immaginare. Scrivendo delle nostre vite riusciamo a incastrare il Tempo su un foglio di carta. Lo rendiamo accessibile ogni volta torniamo a rileggerlo.

La cosa forse ancora più magica è che nel rileggere, riempiremo gli spazi tra le parole con le esperienze fatte fino a quel momento. E così come non è possibile respirare due volte la stessa aria, non rileggeremo mai le stesse parole con le stesse emozioni.

“Ci prepariamo per passare la prima notte insieme. La prima notte della tua vita.

La prima notte della nostra nuova vita.”

Così scrivevo l’anno scorso nella Cronaca di Alexander.

Nel frattempo sono passati dodici mesi dalle 21:20 del 14 maggio 2023. Allora ti ho visto per la prima volta. Alle 21:33 ho tagliato il tuo cordone ombelicale donandoti di fatto al mondo. Ti ho sussurrato “Amore mio, benvenuto”.

In questo anno ho imparato tantissime cose: riesco a preparare un biberon in 26 secondi netti. I pannolini non hanno più segreti. Posso dormire poco e rimanere civile. Posso rassettare i giocattoli in men che non si dica e posso raccoglierli un numero esponenziale di volte quando vengono gettati fuori dal box o dal seggiolone.

Ma resto umile.

Ma la cosa più importante di tutte, ciò che veramente ha cambiato la mia vita, è il mio modo di rapportarmi al Tempo.

Vederti crescere mi ha fatto comprendere in fondo il mio posto nella storia, il mio posto nel mondo. Io sono una parte del Tutto, un piccolo nodo del tessuto che creiamo tutti insieme. Non sono né più né meno importante di un altro nodo.

Ma proprio come tutti gli altri nodi, sono indispensabile per continuare la trama.

Ho riflettuto molto sul concetto delle Tavolozza dell’Essere. È un concetto molto bello. L’idea di base è che ognuno di noi nasce con una tavolozza a disposizione, dove i colori rappresentano le esperienze, i pensieri e le informazioni disponibili in quell’epoca. Sarà la combinazione di questi elementi a dare forma e colore alle nostre vite.

Ma se è vero che nasciamo avendo a disposizione solo i colori già “scoperti”, è anche vero che possiamo crearne degli altri. E quando inizieremo ad usarli, li mostreremo alle persone vicino a noi. Forse a qualcuno piaceranno e deciderà di includerli nella sua tavolozza. E così via allargando il cerchio.

Ecco, Io è da un anno che lavoro ad un nuovo colore.

Lo faccio pensando all’opera che sto creando con tua madre. Alla magia a cui assistiamo ogni giorno. Mescolo la sensazione di prenderti in braccio per la prima volta con le tue mani che stringono le mie dita mentre ti sostengo nei tuoi primi passi. Diluisco con la commozione di quei momenti. Scurisco con un po’ di malinconia. Mi dispiace ma sei una cosa così bella che il solo pensiero di doverla lasciare un giorno riesce comunque a fare breccia. Addolcisco con quel tuo sorriso così puro che è quasi doloroso. Una punta di profondità con il bisogno di conoscere, imparare, migliorarmi. Te lo devo.

Amalgamo tutto con lo sguardo innamorato di tua madre e l’amore delle persone intorno a noi. Di Tutte le persone intorno a noi.

Ecco qui Amore mio, questo è il mio colore. Usalo come meglio credi.

Buon compleanno.